La politica dell’Eucarestia

Mi riallaccio al puntualissimo articolo precedente del nostro Vescovo emerito, mons. Decio Lucio Grandoni, per estendere la riflessione al tema che sta a cuore a tutta la Chiesa in questo momento, in questo anno dichiarato ‘eucaristico’ dal Papa Giovanni Paolo II. La Chiesa, che nasce dall’Eucaristia ‘ ‘Ecclesia de Eucaristia’ è il titolo della recente Enciclica dell’attuale Papa ‘ ha proprio in questo ‘mistero della fede’ la sua identità e da esso attinge l’ispirazione per la sua azione apostolica che risponde ad una politica ben precisa. Per cui non solo la Chiesa può fare politica, ma ha tutto il diritto di esercitare la sua politica e di proclamarla anche ai grandi della terra, ‘che governano le nazioni, hanno il potere su di esse e si fanno chiamare benefattori’ (Vangelo di Luca 22, 25). È Gesù stesso che ci ha presentato l’Eucaristia come una nuova politica, in contrasto con la solita politica di chi vuole dominare e fare i propri interessi, a scapito di chi invece deve promuovere e ‘servire’. L’evangelista Luca pone una tipica discussione politica (‘chi è il più grande’) nel contesto dell’istituzione dell’eucaristia e ci dà la chiara risposta di Gesù: è più grande chi si fa più piccolo e si pone al servizio. ‘I re delle nazioni ‘ afferma Gesù ‘ le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve’ (Lc 22, 25-27). Sulla stessa linea si pone l’evangelista Giovanni, che invece di soffermarsi sull’istituzione dell’Eucaristia ci parla dello stile di servizio con cui Gesù ha voluto celebrare l’ultima cena, mettendosi a lavare i piedi dei discepoli e raccomandando lo stesso gesto come interpretazione autentica dello stile eucaristico. ‘Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi’ (Gv 13, 12-15). La politica dell’Eucaristia è il servizio, fino a dare la propria vita. Lo stesso Gesù, in quanto Figlio di Dio, si fa Parola di Dio per illuminare ogni situazione e risvolto della nostra vita, e si fa pane di vita per darci le sue stesse capacità di servizio e di offerta. Questo stile vale per ogni tipo di vocazione cristiana e riguarda tutto l’arco del nostro compito e della nostra responsabilità: si comincia da casa per finire là dove dobbiamo esercitare la nostra professione. Non c’è aggregazione o partito che tenga: l’ispirazione e la regola ci vengono dall’unico Maestro e Signore. Celebrare l’Eucaristia allora non significa solo fare una liturgia, un rito, ma allenarsi alla politica più efficace e coerente: servire, dare la vita, dare da mangiare a chi non ne ha, condividendo quanto abbiamo ricevuto e che va oltre la nostra necessità. Se questa non è politica, scusate, allora quella che chiamiamo politica è solo aria fritta o mera ipocrisia.

AUTORE: P. Giovanni Scanavino