Ricostruzione. E dopo che si fa?

A Spoleto giornata di studio promossa dall'Arcidiocesi sul dopo terremoto. 'Lo Stato - ha detto mons. Fontana - è stato generoso ma se non ridiamo spazio al popolo umbro, rischiamo di compromett

Una Chiesa a servizio della città, questo il perché de La terra che trema, giornata di studio voluta dall’Arcidiocesi di Spoleto ‘ Norcia in collaborazione con Intesa Casse del Centro. ‘Lo Stato è stato generoso, ci ha dato risorse per ricostruire, ma se non ridiamo spazio al popolo umbro, rischiamo di compromettere tutto questo gran lavoro’, ha detto mons. Riccardo Fontana aprendo il convegno dedicato alle prospettive di sviluppo della regione dopo il sisma del 1997. La necessità di guardare al passato per un futuro migliore è stata un po’ la linea guida degli interventi della mattinata, e anche del sindaco di Spoleto Brunini, cui è seguito l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Giuseppe Balboni Acqua: ‘È di grande interesse per me ‘ ha detto l’Ambasciatore ‘ questo tema, anche perché vengo da Osimo, nella provincia di Ancona, particolarmente toccata nei decenni e secoli scorsi dal terremoto. Inoltre, la famiglia Acqua è legata a Spoleto per l’omonimo vescovo, che ha guidato la Chiesa spoletana dal 1759 al 1772′. E proprio sul Vescovo Acqua, è stata ripercorsa, durante la mattinata al Caio Melisso, la storia, particolarmente legata al fenomeno terremoto da Giuseppe Guerrini, storiografo locale. La seconda sessione della giornata di studi è stata interessata da una tavola rotonda, alla quale hanno partecipato importanti personalità italiane. Presente il sottosegretario al Ministero dei Beni e attività culturali, Antonio Martusciello, che ha preso come esempio il modello istituzionale utilizzato in Umbria e i suoi aspetti innovativi per sostenere l’emergenza sisma. Per ricostruire l’integrità del patrimonio culturale, lo Stato ha contribuito con quasi 63 milioni di euro. Per la prima volta, infatti, fu dichiarata l’emergenza per i Beni culturali. Sulla necessità dell’importanza di risorse finanziarie il patrimonio materiale e quello immateriale, fatto di cultura, è intervenuto anche il vice presidente di Banca Intesa Giampio Bracchi. ‘Finanziare lo sviluppo ‘ ha affermato ‘ significa sostenere quello che c’è oggi’, puntando poi l’attenzione a ciò che ha fatto e sui prodotti che Banca Intesa intende ancora promuovere per sostenere i progetti d’innovazione. Bruno Bracalente, direttore del dipartimento di Scienze statistiche dell’Università di Perugia nonché presidente della Regione nel 1997, ha esordito ricordando le differenze tra il sisma del ’97 e quello del Friuli: ‘In Umbria abbiamo avuto danni più leggeri ma più diffusi’. Questo ha portato al rischio dell’abbandono delle piccole attività e all’aggravamento della marginalità. I centri storici, ricostruiti con le leggi speciali e con i fondi del terremoto, sono tuttavia ancora spopolati; per questi, occorre ricreare una vita economica e sociale. ‘La semplice ricostruzione non basta ‘ è ciò che ha detto Innocenzo Cipolletta, presidente Ubs Corporate Finance Italia spa ‘ perché una cvalamità blocca un processo e ritorna tutto al punto di partenza. È dunque importante che nel ripristino ci si inserisca in un modello di crescita attuale e non passato’. Anche Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl, ha fatto notare come il nostro pese si trovi in una situazione alquanto difficoltosa. Tuttavia, l’Umbria deve essere esportatrice delle nuove tecniche e metodologie acquisite con l’esperienza terremoto. Questo ‘patrimonio’ di competenze è stato, ad esempio, utilizzato proprio in questi ultimi giorni nell’emergenza Tsunami in Asia, dove la Protezione civile di Foligno ha portato aiuti. L’aspetto innovativo più grande per Luciano Marchetti, vice commissario di Governo per il terremoto del 1997, è stata la collaborazione tra Stato e Regione: ‘I finanziamenti di pronto intervento sono stati divisi a seconda della disponibilità, senza perder tempo e senza litigare’. ‘Il terremoto del ’97 è stato un ‘bel’ fatto corale perché ha tirato fuori il meglio di noi, nonostante le polemiche suscitate dalla fascia A’, ha concluso la presidente della Regione Umbria, M. Rita Lorenzetti. ‘C’è stata una concertazione vera, non una perdita di tempo, e gente che ha fatto funzionare il cervello e che ha tenuto insieme l’Umbria intera’.

AUTORE: Sara Fratepietro ' Eleonora Rizzi