Trevi festeggia sant’Emiliano

Giunse a Spoleto dall'Armenia nell'anno 296 e nel 298 fu consacrato Vescovo

Dopo san Ponziano la diocesi torna a far festa per un altro martire. Si tratta di sant’Emiliano vescovo di Trevi. Per le vie della città si è svolta la storica processione dell’Illuminata con mons. Fontana. Venerdì 28 gennaio nella chiesa collegiata dedicata al martire l’Arcivescovo, insieme con un numeroso gruppo di sacerdoti, ha presieduto il Pontificale. Emiliano, o più correttamente Miliano, come viene ancora oggi chiamato a Trevi, giunse a Spoleto dall’Armenia nell’anno 296. Qui, su pressione dei cristiani che ne riconoscevano la santa vita e la profonda preparazione, venne eletto vescovo di Trebia Matusa, oggi Trevi. Fu papa Marcellino a consacrarlo vescovo nel 298. Insediatosi in diocesi, iniziò l’opera di evangelizzazione, di distruzione degli idoli, presenti in ogni famiglia pagana, di demolizione di altari sia privati che pubblici. Per questi motivi fu messo a morte il 28 gennaio del 304 sotto il regno di Diocleziano. Le cronache tramandano che dapprima ‘Miliano’ fu sottoposto all’eculeo, alla pece, che fu gettato dalla rupe, immerso nel Clitunno e ad una serie di altre torture compresa la fossa del leoni. Da tutto questo ne uscì illeso. Alla fine il suo martirio fu eseguito a Bovara, zona sacra per i pagani, legato ad una pianta di ulivo, albero monumentale ancora esistente, e poi decapitato. Il martirio e la morte sono descritti nella Passio Sancti Miliani conservata nell’archivio del Duomo di Spoleto. Le reliquie, di cui non si aveva memoria, vennero ritrovate nella Cattedrale di Spoleto nel 1660. Attualmente sono conservate nella chiesa di S. Emiliano, punto più alto della città di Trevi. Una delle cerimonie più significative in onore del patrono è la suggestiva processione notturna ‘dell’Illuminata’. È una delle più antiche manifestazioni, addirittura si dice risalga all’epoca del tardo antico. Il corteo si snoda intorno alle mura antiche della città non tenendo conto degli ampliamenti successivi. Un tempo vi prendevano parte, oltre al clero secolare e agli ordini regolari, le autorità e le rappresentanze delle varie arti e corporazioni medievali. Oggi accanto alle istituzioni religiose e civili, partecipano alle cerimonie le varie attività industriali, artigianali e commerciali del comune. La festa di sant’Emiliano, viste le sue origine armene, vuole essere l’occasione per ricordarsi ancora delle popolazioni del Caucaso fortemente provate dalla povertà, ma più in generale di tutte le persone che per vari motivi si trovano a vivere nella miseria, come le genti del sud est asiatico.

AUTORE: Francesco Carlini