Trovo scritta in un settimanale questa bella citazione di un anziano sacerdote: ‘Il Natale è il ricordo del modo in cui il Signore si è reso presente. Il Signore non è mai un passato. Il Natale è dunque il ricordo del Signore che è diventato uomo, un bambino come ognuno di noi, è stato ed è’. Vorrei prendere lo spunto da questa citazione per dire a tutti che, al di là delle luci, colori, regali, il Natale ritorna ogni anno per ricordarci che in un certo momento storico, in una certa località Dio ha deciso di farsi uno di noi, di venirci Lui incontro per restituirci la vera gioia, la felicità eterna che l’uomo aveva perduto col peccato. Come scrive san Paolo: ‘Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti’ (1Cor 1, 27). Dio ha scelto di darci un segno forte: un bambino in una mangiatoia! Che cosa c’è, infatti, al mondo più debole di un bambino? Questo, fra tanti altri motivi di riflessione, ci porta la mente a quanto, oggi in particolare e in tutto il mondo, proprio i bambini siano esposti a pericoli di ogni sorta. Il Natale dovrebbe essere la festa dei bambini per eccellenza, ma quante volte la loro innocenza è violata! Bambini affamati, sfruttati nel lavoro, sfruttati come soldati, sfruttati nel corpo, maltrattati in seno alle famiglie, rapiti e uccisi per scopi anche i più turpi! E il pensiero va anche ai milioni di bambini dilaniati dalle armi o mutilati nelle ormai centinaia di guerre in ogni parte della terra! Ritorniamo, allora, con la mente a quella capanna di Betlemme, Gesù facendosi presente tra noi ha portato l’umiltà, la pace, l’amore. Lasciamo, allora, che sia un sentimento di ‘stupore’ ad invaderci l’animo per questo grande mistero di fede dell’incontro fra Dio e l’uomo e, allo stesso tempo di ‘ringraziamento’ per il dono che Dio ci ha fatto attraverso Gesù. Vorrei, però, ricordare che Gesù non è solo ‘un ricordo’, Gesù ‘è’, perché dopo la risurrezione Egli è vivo ed è rimasto per sempre con noi attraverso due realtà: la Chiesa e l’Eucaristia. E Giovanni Paolo II ha voluto dedicare proprio questo anno 2005, che stiamo per iniziare, all’Eucaristia, presenza reale di Gesù tra noi. È l’Eucaristia che ci raduna e ci fa essere Chiesa, che ci rende fratelli in profonda comunione. È dall’Eucaristia che impariamo ad amare. Guardando al Bambino Gesù nella mangiatoia e all’Eucaristia, dovremmo trarre la forza per riproporre al mondo con rinnovato vigore il Vangelo della salvezza, della pace e dell’amore, non solo a parole, ma soprattutto con la testimonianza della nostra stessa vita. Vorrei concludere con un fraterno augurio e ringraziamento a tutti i miei sacerdoti per il loro impegno quotidiano nel ministero pastorale; ai diaconi, ai religiosi e religiose, ai membri degli Istituti secolari, alle associazioni e movimenti ecclesiali presenti in diocesi. E, come sempre, un augurio particolare a tutte le famiglie, ai malati, alle persone sole e anziane, ai bambini e alle mamme. A tutti l’augurio sincero di un felice Santo Natale e sereno anno nuovo con la mia benedizione e il mio saluto fraterno di ‘Pace e Bene’!
Il messaggio del vescovo Ronchi alla comunità per il Natale
Natale 2004
AUTORE:
' Pellegrino Tomaso Ronchi