Kevin, Douglas, Jessica, Tracy sono tutti nomi che possono suonare “strani” o fuori del comune: in realtà dietro questi si celano bambini di otto anni e ragazzi che al massimo arrivano a 18, e sono persone esattamente uguali alle altre, se non perché cambiano scuola ogni settimana, girano tutta l’Italia a bordo di una roulotte (“Ma – raccontava la madre di Tracy- l’unica differenza tra noi e un commesso viaggiatore è che noi ci portiamo la casa dietro…”) e che in particolari momenti della giornata cambiano abito, si truccano e diventano acrobati, clown e addestratori di cagnolini. Sono ragazzi del circo. Ragazzi, però, con un sogno più grande dei bambini che ogni settimana, spinti a volte dai genitori, accorrono controvoglia all’ora di catechismo: i ragazzi del circo sognano di incontrare Gesù, di seguirlo, di comprenderne il messaggio più profondo. E come hanno lasciato prontamente il pallone con cui stavano giocando quando hanno visto due persone che erano venute a portargli – si dice così – la “buona novella”: neanche il più zelante chierichetto avrebbe fatto altrettanto! E se questo è stato possibile, il merito va a fra Giuseppe, che segue abitualmente i ragazzi del circo per aiutarli a prepararsi a ricevere i sacramenti: venuto a sapere che i giovani si trovavano a Città di Castello, ha prontamente telefonato a fra Paolo Maria Braghini, al convento di Belvedere, chiedendogli semplicemente di andare a trovare questi giovani. Il frate, reduce da tre mesi passati in missione in Amazzonia, non ha detto di no neppure a quest’altra “missione”, e insieme a una ragazza che la catechista la fa “di mestiere”, si è avventurato in un mondo tanto affascinante quanto, purtroppo, spesso dimenticato o emarginato da chi non lo conosce. “A volte – racconta Madlaine – in qualche scuola mi prendono in giro, perché sono del circo. Poi, quando gli faccio vedere i libri che mi ha dato fra Giuseppe, cambiano opinione su di me”. Forse a quelle persone andrebbe ricordato che il valore di un uomo non lo si misura attraverso i libri letti; di certo, dopo una semplice, ma intensa ora passata a discutere dei grandi temi, la vita dopo la morte, la funzione redentrice di Gesù, la salvezza, le diverse interpretazioni della Parola di Dio e ancora altro, anche la giovane catechista si è domandata se abbia veramente “catechizzato” qualcuno, o sia stata semplicemente lei la prima a farsi catechizzare. Nell’anno dell’Eucaristia si rimane proprio colpiti sentendo Madlaine che definisce il sacramento dell’Eucaristia come un incontro bellissimo con Gesù, la scelta di seguirlo in tutto e per tutto, in ogni attimo della nostra vita.
Al circo per fare catechismo
L'esperienza di una catechista con bambini e giovani dagli 8 ai 18 anni
AUTORE:
Giulia Maio