Caucaso: sei secoli di evangelizzazione

Settimana di solidarietà verso 8 mila famiglie di georgiani e osseti. Una collaborazione tra le otto diocesi umbre e la Caritas italiana

È un’iniziativa importante, certo la più importante di cui ci stiamo occupando in questo momento perché sono in ballo le vite di tante persone. È indispensabile che la nostra Umbria sappia rispondere presto e bene al bisogno delle genti di quelle terre’. Con queste parole l’arcivescovo Riccardo Fontana torna a rilanciare questa settimana la raccolta di generi alimentari, vestiti e materiale scolastico in favore dell’Ossezia e della Georgia. Il risultato di tale raccolta, scattata a livello regionale, sarà poi veicolato dalla Caritas di Spoleto-Norcia verso 8 mila famiglie di georgiani e di osseti. L’azione di solidarietà, che durerà fino al 4 novembre prossimo, è una collaborazione fra le otto diocesi umbre, la Caritas italiana e quella georgiana. Ma in quali territori si andrà ad operare? E con quali pericoli? Beslan, 35 mila abitanti in Ossezia, è purtroppo diventata famosa per il recente eccidio nella scuola, dove morirono in 400, fra cui molti bambini. La maggioranza della popolazione fa parte dell’etnia degli Osseti, di ceppo europeo e di religione cristiana ortodossa, che vive accanto ad una minoranza di musulmani. Sulla mappa geografica l’Ossezia si trova a metà strada fra il Mar Nero e il più grande lago del mondo, il Mar Caspio. L’Ossezia è divisa in due. Dopo aver proclamato l’indipendenza dalla Russia, nel 1992 l’Ossezia del Sud si è dichiarata repubblica indipendente anche dalla Georgia, senza però ottenere riconoscimenti ufficiali da parte di altre Nazioni. Il suo capoluogo è Tskhinvali, popolato da circa 40 mila abitanti. Per i geografi, l’Ossezia del Sud è Asia. Fa parte invece dell’Europa l’Ossezia settentrionale (o Alania) ed è maggiormente popolata: 710 mila abitanti. La metà degli abitanti vivono nella capitale Vladikavkaz; in lingua locale kavkaz significa Caucaso.I rispettivi territori sono prevalentemente montuosi, con vette che superano i 4500 metri di altitudine.’l clima è continentale, d’inverno fa molto freddo. Le principali risorse economiche sono l’allevamento di ovini, l’agricoltura (mais, tabacco e legumi), lo sfruttamento forestale e l’estrazione mineraria (piombo, zinco). In Georgia (circa 5 milioni di abitanti), nella capitale Tbilisi la situazione generale è tranquilla dopo la ‘Rivoluzione delle rose’ che ha portato alle dimissioni dell’ex presidente Shevardnadze e all’elezione del nuovo presidente Saakashvili, il 4 gennaio 2004. Anche se il tasso di criminalità è molto alto, decisamente più turbolente della capitale sono le valli circostanti dove per uno straniero è altissimo il rischio di essere derubato o sequestrato. Off limits per i viaggiatori sono le zone di confine con la Cecenia (Shatili, Omalo, Valle di Pankisi e adiacenti), l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia e le zone adiacenti alla linea di demarcazione fra la Georgia e la regione separatista. Resta inoltre l’insoddisfazione della popolazione riguardo alla pessima situazione economica e al precario approvvigionamento energetico, soprattutto in inverno. L’evangelizzazione cattolica in Georgia vanta 6 secoli di storia: dal 1230 fino al 1845. Nel 1328 venne eretta la prima cattedra vescovile in Tbilisi, nella quale si successero sette vescovi latini fino al 1507. Dal 1845 fino al 1993 l’ordinario latino per la Georgia risiedeva in Russia . La religione è ortodossa georgiana per il 65 per cento della popolazione, musulmana per l’11 per cento, ortodossa russa per il 10 per cento e apostolica armena per l’8 per cento.

AUTORE: Nerica Eminovic