Di ritorno da Kasumo

Al termine del campo di lavoro svoltosi a Kasumo in Tanzania, don Maurizio Saba ci parla della situazione della scuola di agraria

Il gruppo di lavoro partito da Assisi nel luglio scorso per Kasumo, villaggio della Tanzania, è rientrato in Italia dopo quattro settimane: un gruppo composto da volontari locali e da altri provenienti da vari centri, guidato dal presidente della Caritas diocesana e regionale Giocondo Leonardi. Il gruppo, accolto all’interno della missione da Luigina Cuppoloni, si è avvalso anche della presenza di don Maurizio Saba parroco di Castelnuovo e di Cannara. A lui abbiamo rivolto qualche domanda. Quale la situazione delle scuole che la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino ha voluto e finanziato a Kasumo? ‘La scuola primaria (elementare e media) funzionante da qualche anno è stata donata allo Stato; l’insegnamento viene impartito nella lingua ufficiale della Tanzania, il kiswaili. La scuola secondaria di agraria, organizzata come un collegio, risulta in stato di piena efficienza anche se deve essere ultimata qualche opera strutturale’. Quanti studenti possono frequentare tale istituto? ‘Cinquanta studenti di ambo i sessi, ai quali si richiede la conoscenza dell’inglese perché le lezioni vengono eseguite in questa lingua’. Come riassumere l’attività svolta dal gruppo missionario? ‘Varie le incombenze nel corso della giornata che prendeva inizio dalla celebrazione della messa. Nella prima settimana abbiamo approfittato dell’assenza degli studenti per imbiancare le aule e i dormitori. Si sono susseguite a ritmo serrato assemblee ufficiali e informali. Frequenti i contatti con studenti e docenti. Assiduo l’aiuto offerto alle missionarie. La conoscenza delle problematiche del villaggio è stata attuata con visite alla scuola materna e al dispensario, attraverso contatti con le famiglie. Si è provveduto ad organizzare un oratorio pomeridiano per bambini. Cordiale e proficuo l’incontro con il vescovo Ruzoca’. Quali esigenze avete riscontrato in merito all’andamento della scuola di agraria? ‘Necessita materiale didattico, compresi libri e testi; abbiamo portato dall’Italia quaderni, penne, matite… ma è solo un’inezia. Occorre concentrare ogni sforzo per un normale funzionamento della scuola. Per chi viene da una società consumistica l’esperienza si pone come grandemente formativa. Oltre ai confronti, si riscopre il valore del rapporto umano’.

AUTORE: Francesco Frascarelli