Sant’Agostino senza padre Paolo?

Per decisione del Padre provinciale degli Agostiniani, il parroco sarà trasferito a Gubbio. Manifestazioni di protesta dei parrocchiani. Il Vescovo: 'Non vi abbandoneremo'

Sant’Agostino, in corso Garibaldi a Perugia, una parrocchia che sta riscoprendo l’importanza di una presenza, quella del parroco e, nel caso specifico, di padre Paolo, agostiniano, piccolo di statura e per giunta straniero che, tuttavia, ha riscosso la fiducia e l’affetto dei suoi parrocchiani. Secondo la richiesta del Padre provinciale degli agostiniani, per ragioni interne all’ordine, padre Paolo deve trasferirsi da Perugia a Gubbio. Alla notizia la popolazione ha reagito con lettere al Vescovo, con firme, con manifestazioni di protesta contro il provvedimento. Al momento non si sa come sarà risolta la questione. L’arcivescovo mons. Chiaretti pare che non abbia ancora perduto la speranza che il Provinciale riveda il provvedimento di trasferimento. Ma tutto ciò rimane incerto. Quello che nella faccenda vi è di sicuro è che i religiosi, di qualsiasi ordine e congregazione, sono in diminuzione e per necessità di sopravvivenza devono raggrupparsi e riunire le forze per non disperdersi totalmente. Analoga diminuzione è presente anche nelle file del clero secolare. È penosamente vero che una storia di circa otto secoli, fatta dalla presenza degli agostiniani a Perugia, viene bruscamente interrotta. Ed appare anche alquanto strano che si tolga un frate a Perugia per portarlo a Gubbio. Così dice la gente. La parrocchia di Sant’Agostino, situata in zona universitaria, con l’insediamento delle case per studenti, si trova in una posizione pastoralmente strategica per operare insieme al gruppo della pastorale universitaria che fa capo alla Cappella universitaria. Anche in questa prospettiva il trasferimento di padre Paolo costituisce un impoverimento di energie per la vita spirituale della città e diocesi. Allargando lo sguardo l’arcivescovo nel suo ‘Nuntium’ del 1 settembre ha scritto: ‘Brutte notizie sul fronte dei parroci. Sia l’Ordine benedettino che quello agostiniano si ritirano rispettivamente dalle parrocchie di San Costanzo e di Sant’Agostino. Si ripete quel che è già successo nell’arco di un decennio: e cioè la partenza, per mancanza di sacerdoti, dei monaci silvestrini da San Fortunato, dei carmelitani dalla chiesa della Madonna del Carmine, dei Serviti da Santa Maria Nova. La Chiesa locale però rimane, anche se bisognosa di rinforzi vocazionali: certamente non abbandoneremo le popolazioni’. Ai parrocchiani di Sant’Agostino, l’ultima espressione dell’Arcivescovo: ‘non abbandoneremo le popolazioni’, suona come una risposta di fiducia a tutti coloro che nei giorni scorsi hanno manifestato la loro preoccupazione.