p align=”justify”Un successo oltre ogni aspettativa, confermato dai dati del flusso dei visitatori, concentratisi soprattutto in questi ultimi mesi, che ha raggiunto quota 225.587. La mostra del Perugino arriva ad un mese e mezzo dalla chiusura (prorogata fino al 5 settembre) con un bilancio più che positivo, soprattutto se consideriamo che “ha attirato non solo specialisti e studiosi – ha detto soddisfatta la soprintendente Vittoria Garibaldi durante la conferenza stampa lunedì 19 luglio scorso – ma di un pubblico eterogeneo, dal principe all’operaio”. Un successo per il quale la Soprintendente ha voluto ringraziare i tanti collaboratori della Galleria, la Soprintendenza, la Fondazione Lungarotti, la Fondazione Cassa di risparmio, e anche le tante associazioni di categoria, che dopo le inevitabili difficoltà organizzative iniziali hanno contribuito anche loro al successo delle manifestazione. Un successo inoltre che ha interessato l’intera regione e questo – ha sottolineato la soprintendente Garibaldi – ha certamente fatto la differenza rispetto ad altre mostre in Italia come ha confermato anche l’amministratore delegato di Arthemisia, la società che si è occupata dell’organizzazione dell’intero evento, il quale ha detto che la mostra del Perugino, per come è stata realizzata coinvolgendo anche i centri minori, è un unicum in Italia e in futuro servirà certamente come esempio per altre mostre. Inoltre è la seconda mostra in Italia (dopo il Botticelli a Firenze con 350.000 presenze) se non in Europa per numero di visitatori, soprattutto non residenti (69,43 %) se consideriamo le difficoltà di trasporto per raggiungere Perugia, rispetto alle grandi città. Confermata dunque la proroga al 5 settembre della mostra, ma sono state chiuse (18 luglio) le mostre collaterali presso il monastero di san Pietro e al Cerp della Rocca Paolina, rispettivamente quella sulla “Miniatura al tempo del Perugino” e “Fortuna e mito di Perugino”, per l’impossibilità di prolungare l’esposizione di materiali particolarmente deperibili. La Galleria Nazionale ospiterà comunque una piccola parte dei documenti miniati esposti a San Pietro (14 fogli staccati dai codici miniati di Montemorcino, altri due provenienti dai codici benedettini del monastero perugino di San Pietro e la miniatura autografa di Giacomo Caporali provenienti dall’Archivio di Stato di Perugia). Grande è stato infatti l’apporto dato dall’Archivio di Stato di Perugia per una migliore lettura delle opere e della vita artistica del pittore pievese. Prenderanno la “strada di casa” anche tre opere ospitate alla Galleria Nazionale per le quali non è stato accordato il prolungamento: il San Sebastiano di San Pietroburgo, la Madonna con il Bambino di Washington e quella di Berlino. Soddisfazione per i risultati raggiunti è stata espressa anche dalle associazioni di categoria, (Collegio Arti e mestieri e Confcommercio) per il buon riscontro negli alberghi, dimostrando che l’evento ha attirato non solo il turista “mordi e fuggi”.
Alla Galleria Nazionale c’è tempo ancora fino al 5 settembre per ammirare le opere. Hanno chiuso, invece, le mostre a San Pietro e alla Rocca Paolina
Il Perugino ammirato da principi e operai
AUTORE:
Manuela Acito