La città del futuro è nelle vostre mani!

Oltre mille tra ragazzi, catechisti, animatori e genitori al 'Festival della Catechesi'

La costruzione di una città. Questo il fulcro della giornata di domenica scorsa a Roccaporena. Cartoni, forbici, pennarelli, cartelloni’ sono diventati, nelle mani dei mille tra ragazzi, catechisti, animatori e genitori presenti al ‘Festival della Catechesi’, case, chiese, ospedali, stadi, case di accoglienza, teatri e perfino una discoteca. Questo perché ‘la città dell’uomo, la città del futuro, è nelle vostre mani’, così ha detto l’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, rivolto ai giovani, durante l’omelia della messa celebrata dopo l’attività manuale svolta da questi. Una messa molto particolare, nella palestra del Centro Congressi nella città natale di santa Rita, una messa che ha coinvolto i giovani, seduti per terra attorno alle loro magnifiche costruzioni fatte di ritagli di scatoloni, con le esortazioni dell’Arcivescovo a darsi da fare: ‘Non si può stare a guardare. I cristiani non sono quelli che guardano, ma quelli che fanno come Gesù’. Un Festival dunque per rendere i ragazzi protagonisti, per farli ‘volare’, nato da un’idea di don Roberto Giannatelli, professore dell’Università pontificia salesiana e presidente del Med, lo scorso ottobre al convegno annuale dei catechisti diocesani. Un’idea nuova e innovativa per riunire tanti ragazzi e per farli confrontare, attraverso gli stands allestiti mostranti le attività e le scenette, i balletti, i canti, la musica, preparate durante l’anno catechistico. Un’idea la cui riuscita si è vista negli occhi e nei sorrisi dei partecipanti, nei loro applausi, nei canti durante la messa. Mons. Fontana ha voluto raccontar loro una storiella, quella di due topolini in una fattoria, vicini ad un secchio ricolmo di latte. Il primo, avido, ammaliato dall’odore del latte, si butta nel secchio e comincia a bere, ma finisce annegato. L’altro topo, invece, vuole salvarsi e comincia a muovere le zampine nel liquido bianco. È così che impara a nuotare e si salva. ‘Ci sono un sacco di ragazzi che si affogano in quel secchio’, ha detto l’Arcivescovo, sono tanti quelli che cadono e non riescono a uscirne, ‘andiamo allora a cercarli’, perché, come diceva un Vescovo del nord Italia, ‘non siete voi a essere lontani, ma siamo noi che non vi siamo vicini’. Nella giornata di festa a Roccaporena i ragazzi hanno capito che si devono dare da fare, ‘metterci le mani’, per costruire la città dell’uomo. ‘I cristiani non sono quelli che stanno a guardare, ma quelli che fanno come Gesù: Egli passa tra la gente agendo, facendo del bene’. Come si fa? ‘Bisogna ascoltare la Parola e metterla in pratica, perché noi siamo le mani di Gesù, siamo i suoi occhi, il suo orecchio, ma anche i suoi piedi!’

AUTORE: Sara Fratepietro