Era da un anno che ci preparavamo per questo campo estivo. Un anno che vivevamo tutti insieme tante emozioni, sia belle che brutte.
È stato un anno di grande crescita per tutto il reparto scout “Orvieto 1”, grazie ai nostri capi siamo riusciti a darci una nuova forma e il campo estivo ne è stato la prova.
Il tema del campo erano i supereroi, i supereroi di tutti i giorni, quelli che si incontrano per strada, con i loro sorrisi e le loro fragilità.
Il 1° luglio eravamo, quindi, tutti pronti per partire per la riserva naturale del monte Rufeno dalla nostra sede di Ponte del Sole.
La parola del primo giorno è stata costruire, costruire le tende, le cucine, i tavoli, l’alzabandiera.
Abbiamo lavorato sodo per tutta la giornata; arrivati alla sera, dovevamo andare all’osservatorio astronomico, e invece per la strada abbiamo incontrato un (finto) cadavere; da lì a poco, passata la paura, abbiamo capito che stava iniziando uno dei giochi più attesi di tutta la settimana: il gioco notturno.
Ogni supereroe ha un corpo – ed è stata quest’ultima la parola del secondo giorno – che può essere gracile o muscoloso, pesante o magro, ma ognuno deve esprimere ciò che si ha dentro. Il pomeriggio seguente siamo partiti per una delle attività più importanti del campo: la missione.
In missione si dimostra quanto la squadriglia sia unita, tutto ciò che ogni singolo squadrigliere ha seminato nei cuori degli altri compagni raccoglie. Tanti la temono, ognuno ha paura di non farcela, di non essere all’altezza, ma tutti, dal primo all’ultimo, la mattina seguente sono tornati vincitori.
Forse la sera siamo stati ancora una volta tutti vincitori. Siamo stati al planetario, vedendo tutti quei pianeti, quelle stelle, tutte le galassie, ci siamo resi conto che anche se siamo meno di un punto nell’universo, noi ci siamo, noi esistiamo, ed è fantastico se per qualche strana coincidenza del destino noi siamo qui, ed è meraviglioso pensare che questi momenti che stiamo vivendo siano unici e irripetibili.
Il 5 è stata una giornata fantastica, sia per la mattinata autogestita dai capi squadriglia sui tappeti saponati, sia nel pomeriggio per la magnifica messa che ha celebrato per noi don Danilo. Forse questa è stata la giornata più emozionante di tutte. Ogni supereroe ha una fragilità, e noi le avremmo dovute dire.
Non avevamo mai esternato così tanto le nostre debolezze, piangendo insieme su di esse. Quel cuore su cui venivano appoggiate le nostre riflessioni era la cosa più pesante e più profonda di ognuno di noi.
Lo stesso giorno siamo andati a Torre Alfina, è una città bellissima! Ed è già arrivato l’ultimo giorno: i nostri capi Luca, Valentina e Matteo hanno raccontato di ognuno di noi, di quanto valiamo, di ciò che siamo con superpoteri e debolezze: è stata una delle parti più importanti.
Abbiamo pranzato insieme con tutti i genitori e prima di chiudere hanno decretato la squadriglia lupi la grande vincitrice del campo. La nostra grande avventura è stata dedicata a un nostro capo, Luca Marchi, che purtroppo non è potuto venire, ma era con noi con il cuore!