Il 7 luglio presso la Camera di Commercio si è tenuta la presentazione del rapporto “La presenza straniera nella provincia di Terni.
Aspetti demografici, sociali ed economici” realizzata dall’Istat in collaborazione con la Prefettura, il Comune di Terni, la Questura, l’Usr, Inail, Inps e Regione Umbria, uno strumento di ausilio nell’interpretazione e nella comprensione di una realtà sempre più complessa e diversificata per lingua, cultura, religione, condizioni socio-economiche.
La continua crescita nell’ultimo decennio della popolazione straniera, tra i residenti della Provincia e del Comune di Terni, ha rappresentato un fenomeno demografico e sociale di assoluta rilevanza; tra il 2005 e il 2014 il numero dei cittadini residenti è più che raddoppiato.
Al 1° gennaio 2014, l’incidenza della popolazione straniera sul totale di quella residente in provincia è pari al 10,0%, più sostenuto per le donne che per gli uomini.
È elevata la quota di persone in età infantile e di giovani adulti, mentre risulta quasi completamente assente il peso della popolazione anziana. Quasi tre quarti dei residenti (73% del totale) proviene dai Paesi europei, con una prevalenza di cittadini di Paesi dell’Unione europea (43,6%). La comunità più presente a Terni è quella dei romeni, seguita dagli albanesi, ucraini, indiani e filippini; sono in crescita costante nigeriani e pakistani.
Per quanto concerne le fasce d’età, il 23% degli stranieri ha tra i 30 e 39 anni; altro dato significativo è la presenza di giovani e di Seconda generazione, soprattutto nelle scuole, in particolare primarie.
Il focus delle Seconde generazioni è stato sottolineato da Eleonora Bigi della Regione Umbria: “L’intercultura è un metodo di integrazione e il modello sociale da perseguire.
Fare intercultura significa risoluzione dei conflitti e creazione di spazi di negoziazione e dialogo; la scuola è il primo e il più importante ambito nel quale fare questo, perché le scuole in Umbria hanno una forte presenza di Seconde generazioni e di studenti stranieri, ed è proprio lì che si creano i primi presupposti per una reale integrazione”.
Altri dati presentati, sono stati quelli relativi all’occupazione e all’imprenditoria. Il tasso di occupazione della popolazione residente straniera è del 58,5%, pressoché analogo a quello della popolazione complessiva.
I settori dove sono maggiormente occupati gli stranieri sono: agricoltura, costruzione e servizi di alloggio e ristorazione; questo nonostante abbiano un buon livello di scolarizzazione; nell’immaginario collettivo difatti, lo straniero è “ancora” colui che può essere impiegato solo in alcuni tipi di lavoro.