Progetto a sostegno della famiglia

Da 5 maggio è attivo lo sportello "Family care": uno spazio di ascolto perchè le famiglie non si sentano più sole nell'educare i propri figli

Famiglia: soggetto sociale da valorizzare, accompagnare e sostenere attraverso le politiche sociali. È uno dei presupposti da cui nasce il progetto “Family care” nell’ambito del Tavolo di co-progettazione dell’area dipendenze, attivato dall’A. T. 1 per la programmazione sociale del territorio. Il progetto, in fase sperimentale, è stato presentato il 5 maggio dal direttore generale della Asl n. 1 Vincenzo Panella, da don Paolino Trani, direttore della Caritas diocesana, dall’assessore alle politiche sociali Silvano Mearelli e dalla dott.ssa Silvestri, responsabile delle Politiche per l’infanzia, adolescenza e famiglia della Regione. Il progetto tende a sostenere la famiglia intesa come comunità educante, protagonista della crescita umana dei suoi componenti; tra i problemi con cui viene a confrontarsi la famiglia oggi sono frequenti quelli che si presentano nel periodo dell’adolescenza dei figli, quando il rischio di assunzione di droghe o altre sostanze è maggiore. Troppe volte i genitori si sentono soli o inadeguati di fronte a queste problematiche avvertendo la necessità di acquisire capacità e competenze. Da qui il disegno di aiutare i genitori ad aiutarsi, creando uno spazio di ascolto e di accoglienza attivato dagli 8 Comuni dell’alto Tevere umbro, dall’Asl n. 1 e dalle associazioni e cooperative sociali presenti sul territorio. Prendendo la parola per illustrare i rapporti tra Asl e comuni, e il metodo di lavoro adottato, Panella ha sottolineato anche la necessità di riprendere il lavoro con la scuola, che deve essere potenziato con altri progetti in un’unica strategia. Don Paolino Trani ha messo in evidenza l’importanza che vi siano più soggetti: pubblico, privato, o a vario altro titolo, per sostenere i problemi che emergono; e ha rilevato l’importanza della comunicazione. Lo sportello sarà uno spazio di ascolto; attraverso una conversazione si rielabora il proprio vissuto e da qui si può giungere a un orientamento e quindi a un intervento, frutto di un lavoro di équipe. L’assessore Mearelli ha evidenziato che si tratta di un progetto integrato il che comporta che, in ogni Centro di ascolto, vi sarà un gruppo tecnico di supporto formato da sei operatori tra cui due sociali/volontari. A Città di Castello lo sportello di “Family care” è in funzione dal 5 maggio, in via del Pozzo 3, nei giorni di mercoledì, con orario 17-19, e sabato, con orario 10-13.

AUTORE: E. F.