Acqua fonte di vita, acqua elemento da cui dipende la sopravvivenza dell’umanità, acqua e inquinamento, l’acqua e l’uomo, acqua e religione. Questi alcuni aspetti emersi nella Giornata ecumenica del Creato celebrata a Terni e dedicata interamente all’elemento acqua, promossa dalla Cei (Conferenza episcopale italiana) in collaborazione con il ministero dell’Ambiente, il ministero dei Lavori pubblici, il Comune di Terni, l’Enel, l’associazione Filarmonica Umbra e la II circoscrizione Interamna. Tra gli intervenuti alla tavola rotonda “Le religioni e l’acqua”, che hanno sottolineato la voce di fedi diverse sul tema della crisi dell’acqua a livello planetario, mons. Chiaretti vescovo di Perugia, il rabbino Cesare Moscati, il monaco buddista Raffaello Longo, Gianni Long presidente della Federazione Chiese evangeliche in Italia, Omar Camiletti del Centro islamico di Roma, Gregorio Sergiou della Chiesa ortodossa in Italia. Evento suggestivo infine quello presso la Cascata delle Marmore per la “Preghiera al tramonto” Parole, musica, danza in lode del Creatore con Giorgio Albertazzi che ha recitato il “Cantico delle Creature” di san Francesco e la performance di danza della scuola Movidance di Terni. In serata nella chiesa di San Francesco grande successo per il concerto “L’acqua simbolo di vita” del Choir of Canterbury Cathedral diretto da David Flood. Elisabetta LomoroLa Carta ecumenica, sottoscritta dai cristiani europei, cattolici, ortodossi e protestanti, dei dodici capitoli di cui è composta, dedica il nono alla “salvaguardia della creazione”. È sempre più evidente la centralità della questione, anche perché mette in causa la concezione stessa della vita, del modo di organizzare l’esistenza sia personale che associata. I cristiani sono implicati in prima persona in questa frontiera. Ed è stato opportuno e lungimirante che le Chiese cristiane, nella Carta ecumenica, abbiano trovato un significativo accordo per promuovere tutte quelle iniziative tese alla salvaguardia del creato. Oggi il potere dell’uomo sulla natura è enorme e può giungere sino alla distruzione stessa del creato. In tale orizzonte, le chiese cristiane sono chiamate ad approfondire e allargare la riflessione per promuovere nelle coscienze un modo nuovo di rapportarsi all’ambiente. Il tema dell’approvvigionamento idrico a livello mondiale è senz’altro uno dei più dibattuti e dolorosi degli ultimi anni. La Giornata ha posto all’attenzione di tutti un problema fra i più drammatici nel contesto ambientale e ha fatto luce sui diversi aspetti della tematica per individuare possibili cammini comuni, a livello istituzionale, religioso e scientifico, che possano contribuire al dibattito internazionale. “I problemi relativi all’acqua come risorsa naturale del pianeta, all’inizio del terzo millennio, non sono da sottovalutare sia a livello ambientale che sociale, in quanto dall’approvvigionamento idrico, dal possesso dell’acqua sono sorti conflitti e altri ne potrebbero derivare. Gli scienziati ci avvertono che, intorno al 2020, quando ad abitare la terra saremo circa 8 miliardi, il numero di coloro che non potranno accedere all’acqua potabile sarà di 3 miliardi” – è stato sottolineato dal vescovo mons. Paglia nel corso del dibattito con i rappresentanti delle varie confessioni religiose – Le Chiese cristiane sono chiamate ad approfondire e allargare la riflessione per promuovere nelle coscienze un modo nuovo di rapportarsi all’ambiente, anche se siamo ancora ai primi passi – ha proseguito mons. Paglia. In questo ambito le religioni hanno una competenza specifica e una sensibilità dovuta allo stretto legame del tema della creazione e dell’acqua in particolare con simboli e riti propri del loro credo. In ogni fede religiosa c’è un capitolo che tratta l’origine e il valore del mondo e la responsabilità dell’uomo per la sua custodia e conservazione. Le religioni monoteiste, ebrei, cristiani e musulmani, considerano l’universo opera del Creatore, secondo quanto è scritto nel libro della Genesi, come ha ricordato il rabbino Moscati. Le altre religioni, con spiegazioni diverse considerano ugualmente sacra e rispettabile la natura. In modo particolare è stata sorprendente la consonanza tra tutti gli intervenuti alla tavola rotonda sull’uso rituale dell’acqua come mezzo di purificazione e di ristoro spirituale. Il prof. Omar Camiletti, musulmano, ha affermato nel corso della tavola rotonda, che questo tema, concreto, particolare e dettagliato può veramente favorire l’incontro delle religioni e produrre risultati positivi, più che discussioni dottrinali astratte o polemiche pretestuose.
Il comune cammino per difendere l’acqua
Rappresentanti di fedi diverse si sono confrontati a Terni in un incontro promosso dalla Cei sull'emergenza del prossimo futuro: l'approvvigionamento idrico del pianeta
AUTORE:
(E.B. - E.L.)