Premiato un uomo di pace

Il Premio "San Valentino" è stato consegnato al presidente della Repubblica del Mozambico e presidente dell'Unione Africana Joaquim Alberto Chissano

In febbraio il premio “San Valentino – un anno d’amore” è stato consegnato agli operai dell’Ast di Terni, a sostegno della lotta in difesa dell’occupazione e del reparto del Magnetico. Nei giorni scorsi lo stesso premio, che vuol essere un segno di amore e solidarietà nel nome di san Valentino, è stato consegnato ad un uomo di pace, il presidente della Repubblica del Mozambico e presidente dell’Unione Africana Joaquim Alberto Chissano per il suo impegno per la costituzione di un paese pacificato dopo lunghi anni di lotta civile e che, ormai da 11 anni, si può definire democratico, uno dei pochi in Africa. Ad accogliere il presidente Chissano le autorità cittadine e i rappresentanti del progetto “In comune per l’Africa” che ha coinvolto in questi anni i comuni della diocesi per la lotta e la prevenzione dell’Aids in Mozambico, con la destinazione di parte del loro bilancio a questo scopo. “Terni è con l’Africa ma anche con il Medio Oriente, con l’Iraq, con l’Afganistan, con tutte le parti del mondo in cui guerre note o dimenticate, carestie, epidemie, ingiustizie, producono lo sterminio di innocenti e fanno di quest’epoca una delle più insanguinate della storia dell’umanità. – ha detto il sindaco Paolo Raffaelli salutando il presidente Chissano – L’impegno ‘In Comune per l’Africa’ per vaccinare contro l’Aids e lo sforzo di sostegno alla causa dei Palestinesi e degli Israeliani che vogliono costruire la coesistenza di due popoli e di due Stati reciprocamente indipendenti e sicuri, è lo stesso impegno che ci porta a dire che è necessario porre fine alla carneficina e alle devastazioni in Iraq”. Temi che sono stati sottolineati anche dal vescovo mons. Vincenzo Paglia, che ha ricordato l’importante ruolo di Chissano per la pace. “Il caso del Mozambico rimane ancor oggi, purtroppo, uno dei pochi esempi di conflitti conclusi tramite colloqui di pace, in Africa. Il Mozambico, malgrado i problemi, vive nella pace e nella democrazia, prova evidente della forza dei credenti e degli uomini di buona volontà. È una forza “debole”, frutto proprio del non avere altro interesse se non quello della pace, ma efficace – ha ricordato mons. Paglia – Questa esperienza mostra che la pace è possibile e il dialogo ne è la via maestra”. Uscire dalla guerra civile, costruire regole democratiche di convivenza tra forze sociali e politiche diverse, disarmare le mani, trasformare i cuori e le menti, ha permesso il passaggio da un conflitto armato, a difesa delle proprie posizioni, a quel conflitto politico che rende feconda la democrazia e garantisce la pluralità. In un mondo come quello attuale la “via mozambicana alla pace” resta un modello da studiare e da seguire. È triste constatare come nel mondo occidentale – ha aggiunto il Presule ternano – l’Africa sia vista con rassegnazione, quasi come un continente senza speranza, verso cui si guarda con un misto di impotenza e di distacco. Per questo voglio sottolineare la positiva attualità del caso mozambicano, che dopo la guerra con oltre un milione di morti, mostra che i sogni possono essere più concreti del realismo delle diplomazie e ci ricorda che, in un mondo dove ognuno può fare la guerra e essere violento, “tutti possono fare la pace”.

AUTORE: Elisabetta Lomoro