La Giunta regionale umbra, appena insediata, è veramente nuova oppure è già vecchia per come è stata concepita? “Nuovo” e “vecchio” – relativamente alla selezione della classe dirigente – sono due aggettivi che ricorrono ormai da anni nell’approccio alla politica.
Ma forse sono superati dalla strumentalizzazione del loro significato. Più che vecchio o nuovo, bisognerebbe parlare di competente ed esperto, senza guardare all’anagrafe. Ma spesso si procede a strappi, guardando all’emozione del momento.
Intanto l’Esecutivo, alla sua prima convocazione, si è trovato di fronte la situazione di agonia delle Province, svuotate di risorse, ma con tantissimi dipendenti che non sanno che fine faranno, tra mobilità, trasferimenti in altri enti, o pensionamenti anticipati nella migliore delle ipotesi.
Solo qualche giorno fa il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, aveva lanciato il grido d’allarme sul bilancio di previsione che non sarebbe stato adottato per mancanza di risorse (20 milioni) e per mancanza di chiarezza sul fronte del riordino istituzionale.
L’assessore alle Riforme, Antonio Bartolini, ha parlato della possibilità di trasferire alla Regione circa 150 dipendenti dalle Province di Perugia e Terni. “Le analisi – ha affermato – e le verifiche effettuate sul fronte delle risorse finanziarie e dello svolgimento delle funzioni da riaccorpare a quelle regionali fa emergere un quadro di riferimento per il trasferimento di 150 unità di personale, per un costo di circa 6,5 milioni di euro”.
Oltre a questi 150, vanno aggiunti altri 43 relativi alla disponibilità data da Adisu, Arpa, Aur, Aziende ospedaliere e Asl, e Istituto zooprofilattico. Altri 4 lavoratori inoltre verranno assorbiti dal Consiglio regionale. E siamo arrivati a quota 200. Resta il discorso legato ai Centri per l’impiego, fino a questo momento di competenza delle Province.
Per il riassetto istituzionale, Bartolini ha ribadito che la Regione si farà carico di quanto dovuto, ma non degli obblighi degli altri. La presidente Marini ha tenuto a ricordare che “la legislatura che si apre ci chiede un forte impegno: dobbiamo rispondere mettendo in campo le competenze che abbiamo per affrontare le sfide difficili che attendono l’Umbria e la sua comunità”.
Non crede agli impegni presi dalla Marini il consigliere del Movimento 5 stelle, Andrea Liberati, che avrebbe voluto un taglio delle indennità per destinare le risorse al “reddito di cittadinanza”. A proposito di indennità, ha suscitato molti commenti la notizia pubblicata su Facebook dal consigliere regionale della lista “Umbria più uguale”, l’eugubino Giuseppe Biancarelli. Ha reso noto di aver ricevuto sul suo conto corrente la somma di 5.398 euro per l’attività svolta dal 10 al 30 giugno.
“Provo un certo imbarazzo – ha scritto -, considerato anche che in questo periodo non si è lavorato molto. A breve proporrò qualcosa di diverso, a partire da me stesso e senza cercare di impoverire nessuno”. Facendo i conti, l’indennità mensile è di circa 8.000 euro. Non c’è possibilità di “inventarsi” qualcosa?