Perugia s’interroga sulle sue origini cristiane

Convegno promosso dalla diocesi su: 'La Chiesa di Perugia nel primo millennio'. Ne abbiamo parlato con mons. Chiaretti

‘L’idea del convegno è nata nell’ambito delle celebrazioni leonine – spiega mons. Chiaretti. – In particolare fu pensato come una sorta di coronamento delle stesse celebrazioni, a ricordo di un vescovo, Gioacchino Pecci, molto rappresentativo per la diocesi, soprattutto per i suoi 32 anni di presenza. Un Vescovo che ha avuto modo di meditare dai problemi sociali a quelli politici, ma che ha avuto anche grande attenzione per lo sviluppo della Chiesa, avvertendo all’interno di essa la necessità di una sorta di ‘rinnovamento’. Ha infatti lavorato molto per il restauro della cattedrale, soprattutto al suo interno, ma anche per la ristrutturazione della diocesi nel suo aspetto fisico, costruendo molte chiese. Da qui abbiamo pensato di affrontare un tema che non è stato mai affrontato nelle ricerche storiche che abbiano riguardato la diocesi. Quando anni fa si è svolto il convegno sulla cattedrale l’argomento è stato glissato, non ci si è interessati’. Che cosa si conosce fino ad oggi su questo primo millennio della nostra diocesi? ‘Abbiamo poche notizie circa le origini della cristianità, anche se ci sono dei segni di estremo interesse che speriamo di poter corredare di tante altre notizie. Il convegno servirà per fare il punto della situazione, da tutti i punti di vista: il più significativo sarà quello archeologico. Innanzi tutto vorremmo conoscere di più la storia del fondatore, Costanzo, poi c’è un altro vescovo martire, di cui parla san Gregorio Magno, che ci riporta ad una data storica precisa, il 300. Poi abbiamo una presenza significativa, un sarcofago del IV secolo di squisita fattura, custodito nella chiesa di San Bernardino, e che fa da base all’altare della chiesa, a mostrare che allora ci doveva essere una cristianità fiorente. Ci sono testimonianze protocristiane come la chiesa di Sant’Angelo. Altre testimonianze ci parlano della presenza di una diocesi, che oggi è nel territorio di Perugia, Arna, (oggi Civitella d’Arna), che fu sede diocesana con un vescovo, Vitaliano. Una lapide fu rinvenuta nel passato a Mandoleto, poi trasferita nel chiostro di San Pietro, ma nell’800 fu rubata. Un bel corredo funebre fu rinvenuto nella chiesa che esisteva sotto palazzo Donini a Perugia, distrutta per costruire il palazzo: testimonianze documentarie raccontano che fu venduto, o ceduto, durante la guerra e la nave che lo trasportava affondò. Nella chiesa presso il castello di Antognolla sono venuti fuori degli affreschi dell’VIII secolo. Negli ultimi anni testimonianze epigrafiche sono venute alla luce anche nella cripta scavata nella basilica di San Pietro, che ci riportano al V ‘ VI secolo. (nella foto particolare degli scavi) Anche sotto la cattedrale si sta continuando a scavare con la speranza di scoprire qualcosa di più. Questi sono tutti elementi che chiedono di essere interpretati. Non c’è molto, perché non ci si è mai interessati delle origini della Chiesa, ma qualcosa di più, mettendo insieme tutti questi elementi si può ricavare’. Che cosa si aspetta da questo convegno? ‘Una mia domanda personale è: la fede cristiana è venuta dalla via degli Umbri, lungo l’asse della Flaminia, o dalla via degli Etruschi, partendo dall’asse chiusino lungo la via Cassia? Abbiamo un’idea di un movimento cristiano nel territorio ma non sappiamo meglio identificarlo. Ecco quindi l’aiuto degli studiosi di diversa formazione che, attraverso una rilettura dei documenti, dovranno evidenziare alcune realtà, fare alcune ipotesi, trasformare le ipotesi in certezza. Perugia rientrava nella Regio VI etrusca, anche amministrativamente, quindi probabilmente dobbiamo cercare collegamenti con gli Etruschi, non tanto con gli Umbri. Fonti letterarie non ve ne sono, agiografiche ve ne sono ma sono incerte, precarie: sappiamo di un san Felicissimo, un san Fiorenzo, appartenenti l’uno al periodo di san Costanzo e l’altro a sant’ Ercolano. Non abbiamo idea però di questa santità, le fonti sono molto confuse. Tutta questa serie di elementi ci fanno capire non solo che la nostra diocesi è antica, ma che era anche molto fiorente: e ciò non deve essere solo sospettato, ma soprattutto accertato e documentato’.

AUTORE: Manuela Acito