C’è una suora francescana diocesana a Perugia che da due anni segue un gruppo di ragazzi nel difficile cammino della riscoperta dei sentimenti. “Per molti di loro l’unica idea d’amore deriva da una distorta educazione sessuale”Sanno parlare di sessualità ma non conoscono il linguaggio dei sentimenti e per impararlo hanno deciso di andare a lezione da una suora. Per il secondo anno consecutivo un gruppo di giovani di Perugia s’incontra, una volta alla settimana, nella parrocchia di San Faustino, per seguire un seminario dal titolo un po’ insolito – “Se questo è amore —!?!” – tenuto da Roberta Vinerba, una giovane suora francescana diocesana, consacrata nella diocesi di Perugia e che lavora presso l’unità pastorale di Prepo, Ponte la Pietra e San Faustino. “Per noi questa è un’esperienza nuova – ha raccontato suor Roberta – maturata dopo anni di frequentazione con i giovani. Nel tempo ho notato che per loro l’unica possibilità di conoscere la realtà dell’amore è una banale e distorta educazione sessuale a scuola oppure qualche notizia in famiglia. Tutte le informazioni però, sganciano la genitalità dal progetto d’amore, un argomento che, per i giovani, è un vero mistero. Tra di loro c’è il desiderio di saperne di più e si interrogano trovando, a volte, risposte sbagliate”. La fame di conoscenza sulle tematiche dell’affettività è dimostrata dal successo inaspettato dei corsi: 100 ragazzi lo scorso anno, molti di più per la nuova edizione che è partita circa quattro settimane fa. “Siamo veramente stupiti – ha detto Vinerba – perché i partecipanti aumentano di volta in volta ed arrivano anche da altre parrocchie ed altre città del perugino. Tra di loro si è sparsa la voce e ogni giovedì facciamo il pienone. Il corso inizialmente era rivolto agli adolescenti, ma ora partecipano giovani fino ai 35 anni, con un livello culturale alto”. Ma perché si va a lezione d’Amore? “E’ difficile da spiegare – ha annotato Roberta – tra i trentenni notiamo una sorta di nuova “alfabetizzazione”. Hanno già avuto esperienze senza approfondire la conoscenza dell’altro e vengono da noi per imparare un nuovo alfabeto per ripartire. Gli adolescenti invece, sono curiosi di saperne di più, di conoscere l’altro sesso e di sapere cosa succede se si innamorano. Spesso conoscono solo le differenze biologiche tra l’uomo e la donna e si stupiscono quando scoprono che esistono anche delle diversità interiori. Per loro poi, è anche importante parlare di pudore, una parola in disuso e che, invece, ha la sua importanza soprattutto quando si parla di crescita della propria dignità”. Secondo suor Roberta i più grandi si interrogano anche sui mali dell’amore, su ciò che accade quando un legame entra in crisi e le storie finiscono. Si chiedono come gestire i rapporti di coppia cercando di approfondire le tematiche legate ai due universi, maschile e femminile, che comunicano sempre meno e che si rincorrono spesso senza unirsi interiormente. “Non proponiamo un prontuario affettivo – ha affermato Roberta – non parliamo dei divieti ma cerchiamo di formare la coscienza di chi ci segue. La cultura di oggi è androgina e non valorizza più le differenze di genere. Il tratto femminile dell’accoglienza ora si è trasformato in seduzione, l’uomo ha perso sicurezza e la progettualità che lo distingueva è diventata aggressività. Gli uomini, in particolare, sono disorientati dal fatto di trovarsi di fronte donne che si gestiscono e si propongono al maschile. Di conseguenza, hanno paura di legarsi e si difendono”. Durante il corso non si prescrivono ricette miracolose per risolvere rapporti difficili, ma si cerca solo di approfondire i contenuti dell’antropologia cristiana e morale. Si spiegano le dinamiche del desiderio e la felicità che procurano alcuni sentimenti che vanno oltre l’attrazione fisica. “Per noi – conclude Roberta – non è importante raccontare perché la Chiesa non approva i rapporti pre-matrimoniali, ma cerchiamo di favorire la crescita della vocazione all’amore”.
Giovani, vi insegno ad amare col cuore
AUTORE:
Ida Gentile