È particolare e – per noi umbri – estremamente importante che nella prima riga di una lunga e complessa enciclica, la Laudato si’ di Papa Francesco, compaiano san Francesco, Assisi, il Cantico delle creature. Il carisma di Francesco, il cosiddetto Poverello appartenente a una città “poverella”, ricca soprattutto di quel nome sul quale ha costruito le sue fortune, è stato rivitalizzato e rilanciato fin dall’assunzione del nome Francesco da parte del Papa gesuita venuto “dalla fine del mondo”, da un Paese che insegue altri sogni e valori.
Il testo suggerisce anche la chiave di lettura che scaturisce dal testo del Cantico, con quel “Laudato” che tutti sanno continuare con “si’, mi’ Signore”, chiamando quindi “madre”, “fratelli” e “sorelle” le persone e le cose. Il Cantico abbraccia la vita con le sue gioie e i suoi dolori, dando voce anche alla morte con il suo annunciarsi prossima e minacciosa.
Di tale apertura sono lieti anche tutti coloro che nel mondo hanno un’idea affettuosa di san Francesco, e potranno simbolicamente diventare ambasciatori e missionari di quello che potremmo definire il Vangelo della terra e del cielo; o più modestamente, “banditori” e comunicatori, anche tramite la Rete (Web), della pace in terra e con la terra: Pacem in terris.
La dimensione francescana dell’enciclica
Il cantico di san Francesco getta come una luce e un profumo su tutto il documento, impedendo la deriva in un discorso accademico o dottorale, che sarebbe sempre legittimamente magistrale, ma cadrebbe dall’alto della Cattedra vaticana. Intende invece essere un grande e appassionato atto di amore della Chiesa per l’opera della creazione, realizzata con e per amore dal Creatore.
Tutta l’enciclica è imbevuta da lacrime di sofferenza, attraversata da gemiti che non sono solo quelli provocati dallo stato di attesa di un evento cosmico di liberazione verso cui la creazione è avviata (Rom 8,22), ma dalle sofferenze che gli uomini, suoi figli, le hanno inflitto e continuano a infliggerle. Da qui comincia il discorso, e così la sua intenzionalità, il suo intimo animo sono percepibili e condivisi. L’animus dell’enciclica rispecchia in qualche modo l’ispirazione del Cantico delle creature, sgorgato dall’animo di san Francesco in un momento, per lui, di grande sofferenza.
Laudato si’: proposta di una ecologia integrale
In questa denuncia e nella proposta di una “ecologia integrale” veramente umana e realisticamente sostenibile, Papa Francesco si porta dietro tutto l’insegnamento della Chiesa cattolica che ha preceduto il pontificato attuale, con un preciso inserimento di Giovanni XXIII, del Concilio, di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Si può aggiungere che non solo Papi, ma anche altri cristiani e credenti di altre religioni, nonché l’ampio e variegato mondo degli ecologisti laici, sono presenti in questo documento, in cui l’ecologia di stampo papale francescano, oltre a un atto di amore per l’umanità e tutte le creature, risuona anche come messaggio di pace per il mondo.
Invito per credenti e per tutti gli uomini di buona volontà
Papa Francesco si pone in prima fila come protagonista e conduttore di una “crociata” – questa sì che si può chiamare tale, non quella presunta e spesso sbandierata da correnti di musulmani fanatici – per salvare la Terra e coloro che vi abitano, tutti a pieno titolo, dal degrado che potrebbe diventare insuperabile e diffondere distruzione e morte. Senza fare del “terrorismo” ecologico, il Papa fornisce dati su basi scientifiche, e pertanto si appella alla politica responsabile e alla coscienza delle popolazioni, invitando soprattutto i maggiori usufruitori dei beni della Terra, i ricchi di questo mondo, a “cambiare stili di vita”. Un invito in contrasto con il trend del “progresso dei consumi” che consente alla macchina produttiva commerciale di funzionare a pieno ritmo. Da qui l’interesse e il clamore che già nei mass media si fa sentire, con pareri e opinioni divergenti.
Avrà unanime consenso, invece, in ambito ecumenico e interreligioso, là dove il tema della salvaguardia del creato da decenni è incisivamente presente insieme a quello della giustizia sociale e della pace.