Una delle trasmissioni serali di Otto e mezzo, su La 7. Stasera, a interloquire con Barbarella Palombelli e Giulianone Ferrara, ci sono Sandro Bondi, il n. 1 (si fa per dire) di Forza Italia, e il Direttore de Il Riformista, Antonio Polito.Tesi centrale, imposta con al solita intelligenza prepotente da Ferrara: le lamentele per l’insostenibile crescita del costo della vita sono false, siamo di fronte a una fuffa. E che vuol dire, fuffa? Mi fanno male i calli: evito di alzarmi per tirar giù dalla mia libreria il Devoto – Oli. Però il senso della frase, così, all’ingrosso, credo di averlo capito. Un fuffa è un bluff. Il contrario esatto di quanto Bondi ha buon giuoco nel ridicolizzare la frase di Furio Colombo, direttore de L’Unità, che ha definito l’Italia di Berlusconi “una fogna a cielo aperto”. Una fuffa. Fuffa o non fuffa, i quattro la tirano lunga. La telecamera passa dalla pelata sontuosa di Bondi, al pelame diffuso di Giulianone, ai baffetti arguti di Polito. Bondi: un pellegrino d’altri tempi, devoto al suo Silvio al punto d’essersi accasato ad Arcore, come il povero Articino a San Giovanni Rotondo: potenza della devozione autentica. Giulianone, un soldato di ventura appesantito dalla mancanza di guerre che ha infestato gli ultimi anni. Polito, un intellettuale specializzato del dire cose ovvie con parole fuori del comune. La tirano lunga, e a me all’improvviso viene in mente che tutt’e tre sono ex comunisti (Giulianone poi, quand’era ancora Giulianino, è cresciuto sulle ginocchia di Togliatti), e nessuno mai parla di giustizia sociale. Fuffa o non fuffa, è certo che da noi alcuni stentano ancora a mettere insieme il pranzo con la cena. E questa una volta si chiamava ingiustizia. Possibile che nessuno se ne ricordi? Passi per Bondi: la devozione a volte acceca. Passi per Giulianone, che alla scuola di Craxi ha imparato insieme con Baget Bozzo in che modo essere “socialisti moderni”. Ma Polito? E tutti quelli come lui? Una volta i cattolici quelli come lui li chiamavano “intellettuali di servizio”, i marxisti li chiamavano “intellettuali organici”…: oggi come dobbiamo chiamarli? Soprammobili nel salotto del principe? Chuchill: “Chi a vent’anni non è rivoluzionario non ha cuore, chi ha quarant’anni lo è ancora non ha testa”. Un po’ cinico, non vi pare? Ma stasera la frase del vecchio fumatore di sigari possenti risulterebbe precisa come una fotografia. Forse quella dei tre ex comunisti è solo la falsa saggezza degli anni trascorsi invano. Forse è solo la preoccupazione di chi vuol far dimenticare quello che non è mai stato: un “rivoluzionario”.