Tocca e attira sempre profondamente la sensibilità e l’attenzione di molti, tra i quali autorità civili e religiose, la cena di beneficenza annuale che l’ Uvisp (Unione volontariato internazionale per lo sviluppo e la pace) ha organizzato sabato 22 novembre presso la sede dell’associazione. Ispirata ai valori di giustizia e fratellanza l’Uvisp pone al centro della sua missione l’uomo al di là di ogni razza, ideologia e religione, e tenta costamente di svegliare le coscienze dell’ opinione pubblica verso le realtà più indifese e dimenticate. Fondatore dell’associazione e organizzatore della serata, il francescano padre Giorgio Roussos, al quale abbiamo posto alcune domande.Padre Giorgio quali sono i progetti di sviluppo in cantiere quest’anno?”I progetti che speriamo di attuare sono tre e riguardano interventi nella zona della Repubblica democratica del Congo, Burundi e Ruanda. Queste zone versano in una situazione di assoluta emergenza, per l’incessante guerra che continua a calpestare la dignità e i diritti dell’uomo, vittime le donne e i bambini. Il primo progetto, per il quale sarà utilizzato anche il ricavato della cena di beneficienza, riguarda la costruzione di una micro-impresa di sartoria nella Repubblica democratica del Congo, che impegni le donne senza mariti perché deceduti o fuggiti. Il secondo invece è finalizzato alla costruzione di una falegnameria per i bambini soldato del Burundi. Questi tra i 6 e i 12 anni, vengono presi con forza, portati nelle foreste e addestrati alle armi con una ferocia indescrivibile. Attraverso le adozioni si tenta di recuperarli e farli studiare ma c’è bisogno anche di laboratori che insegnino loro un mestiere. Il terzo progetto invece interviene nel rafforzamento delle attività agrozootecniche, completamente distrutte dalla guerra, e nella realizzazione di micro-imprese sempre nella Repubblica democratica del Congo”. Qual’è la struttura dei progetti?”Oltre alla costruzione delle micro-imprese e all’acquisto dei macchinari e del materiale da lavoro, i progetti prevedono anche l’insegnamento del loro utilizzo e soprattutto l’organizzazione di cooperative che si impegnino ad insegnare alla gente come si lavora e come si condivide. Questo diventa indispensabile per evitare una dissipazione di risorse e di forze e soprattutto per il buon raggiungimento dei fini stessi dell’intervento, volto a migliorare le condizioni di vita di questi popoli”. Quale di questi progetti partirà per primo? Come?”Il primo sarà quello della realizzazione della micro-impresa di sartoria che si prevede possa partire per gennaio. Dapprima è stata valutata la fattibilità del progetto ed è stato predisposto un piano finanziario. Pronto sulla carta il progetto necessita della preziosa opera dei volontari, tra i quali anche esperti nei vari settori lavorativi che il progetto stesso investe, che procedono alla realizzazione sul posto e informano l’associazione anche riguardo ai costi ad esempio dei matertiali e alle necessità imminenti nel lavoro di costruzione”.
Tre “micro-imprese” in Congo, Burundi e Ruanda
Unione volontariato internazionale per lo sviluppo e la pace. Ne parla padre Roussos
AUTORE:
Lorena Ceccarelli