Alcide De Gasperi: la storia, la cronaca, le radici cristiane

RADICI CRISTIANE DELL'EUROPA / 9 L'intervento di Lido Romizi

La costruzione dell’Europa comunitaria corrisponde ad un disegno grandioso di sei popoli di civiltà antica e di grande storia che posero mano nell’immediato dopoguerra ad un processo di integrazione della loro collettività per svilupparsi in modo graduale, consensuale e pacifico fino ai giorni nostri. L’avvicinarsi del traguardo finale dell’approvazione della Carta costituzionale europea è tuttavia un momento delicato, quello in cui si potranno verificare difficoltà perché vengano riconosciute, nella ‘Carta’ le sue radici cristiane, al fine di mantenere intatti valori di civiltà che affondano in secoli di storia ininterrotta e che con l’Europa unita si crea un fattore essenziale per la stabilità, lo sviluppo economico e della cultura in Europa e nel mondo. La coincidenza dell’anniversario della morte di Alcide De Gasperi, (19 agosto 1954) ci spinge a ricordare che egli guidò con saggezza il popolo italiano nella gloriosa lotta per l’affermazione dell’ideale sociale e cristiano per l’impegno profuso nella ricostruzione di un’Italia libera e democratica e per la responsabilità che egli si assunse, (insieme agli altri due grandi fondatori cristiani d’Europa Adenauer e Schuman), di dare inizio alla realizzazione della Comunità economica europea. Come è noto i commissari incaricati della stesura in bozza della Carta costituzionale europea, hanno ignorato la storia, pur in presenza della vasta documentazione storica relativa alle radici cristiane dei popoli dell’Europea che va dall’Impero romano, alla felice unità dell’Europa medievale fondata sul cristianesimo. Alcide De Gasperi, per la cronaca, nei suoi molteplici interventi ufficiali (42) sull’argomento ha sempre affermato chiaramente che nei suoi elementi spirituali l’Europa era già unita, ma che disgraziatamente non lo era nei suoi elementi materiali essendo a quel tempo (1945-1954) sminuzzata, tagliuzzata da divisioni territoriali, barriere economiche, rivalità nazionali, da qui la necessità senza ‘irrigidirsi’ di collaborare per l’Unione europea economica e politica che si proponga la difesa dei diritti fondamentali e che permetta l’accesso di tutti alle fonti delle materie prime. Adenauer (cancelliere della Germania occidentale) nel commemorare la sua scomparsa dichiarava ‘Alcide De Gasperi ci ha lasciato. Sino alla sua ultima ora era preoccupato del suo Paese e dell’Europa… De Gasperi ed io ci trovammo nel 1945 di fronte agli stessi compiti. L’Italia e la Germania avevano subito lo stesso destino di essere rovinate da un regime totalitario… Dal 1949 abbiamo collaborato… dirigendo la politica estera dei nostri stati. Abbiamo affrontato i nostri problemi dalla stessa base spirituale in un Partito al contempo democratico e cristiano… Consideravamo meta della nostra politica estera l’unificazione dell’Europa, perché unica possibilità di affermare e salvaguardare la nostra civiltà occidentale e cristiana’. Robert Schuman affermava: ‘Il nostro grande amico scomparso, fondatore ed animatore di un grande partito cristiano e democratico, voleva un’Europa politicamente unita, dotata di un’organizzazione federale o confederale, supporto di una cooperazione durevole e pacifica. La vita religiosa, la democrazia, l’Italia e l’Europa erano per lui dei postulati di una fede profonda e indefettibile, non pretendeva certo di conciliare l’inconciliabile, ma sempre accettò con i partiti vicini l’alleanza con le garanzie necessarie. In questo sforzo paziente egli si era associato a un uomo (il Conte Sforza) che lo ha preceduto nella morte. Questo diplomatico non gli dava grandi appoggi sul piano parlamentare. De Gasperi tuttavia non ha mai voluto separarsi da lui; tutti e due avevano posto la loro fervida azione al servizio di un’Europa libera e pacificata’. Il 25 marzo 1957, finalmente, in Campidoglio a Roma con la firma dei trattati, definiti validi strumenti per il progresso economico e sociale dei sei popoli e per un più rapido adeguamento delle zone depresse ai livelli più progrediti, si dava inizio alla speranza di una più attiva partecipazione dell’Europa, con la sua ricchezza insostituibile di civili tradizioni, alla costruzione di un avvenire di pace e di benessere per tutti i suoi popoli. A conclusione della cerimonia, tutte le delegazioni, per una significativa coincidenza, si recarono immediatamente alla inaugurazione della tomba monumentale che lo Stato italiano ha dedicato in San Lorenzo a quel fervido pioniere dell’europeismo che fu Alcide De Gasperi. Dal 24 al 26 aprile del 1957 ad Arezzo, con l’on. Carlo Vischia, presidente della Commissione della PP.II. della Camera e per quattro anni sottosegretario di Stato alla PP.II. nel Governo De Gasperi, partecipai all’XI Congresso dell’Unione internazionale dei democratici cristiani presieduto da: Adenauer, Schuman, Fanfani. Della manifestazione conservo ancora la targa di partecipazione, la cartella delle relazioni e la mozione conclusiva della quale ritengo utile riportarne alcuni passaggi. Dopo aver rievocato gli avvenimenti che hanno preceduto, accompagnato e seguito il XX Congresso del Partito comunista dell’Unione Sovietica, rende omaggio alla memoria di tutti i martiri della libertà vittime dell’oppressione comunista. Condanna la selvaggia repressione, particolarmente in Ungheria. Proclama di conseguenza la necessità di una politica di riforme sociali alla cui realizzazione devono contribuire tutti coloro che sono coscienti della loro responsabilità di fronte a Dio e sottolinea l’urgenza della costruzione europea e particolarmente della ratifica dei trattati istitutivi del Mercato comune e dell’Euratom. Il 27 marzo 1957 le delegazioni estere del Congresso furono ricevute a Roma in udienza dal Papa, dalle autorità di Stato e visitarono la tomba di Alcide De Gasperi. Il segretario della Dc on. Fanfani esprimeva ‘il sentito ringraziamento ai convenuti per il pieno successo della manifestazione capace di accrescere amicizie all’Italia, sostegni alla causa dell’unità dell’Europa e del pacifico e libero sviluppo delle relazioni fra tutti i popoli’. (profeticamente, tali auspici si sono tutti avverati). A conclusione, mi preme citare anche il discorso tenuto a Lussemburgo dall’on. Guido Gonella – vice presidente del Parlamento europeo – in occasione della storica seduta per l’insediamento dei parlamentari democristiani eletti nelle prime elezioni europee: del 9 luglio 1979 in cui affermava: ‘Siamo qui per rappresentare liberamente la coscienza cristiana dei popoli d’Europa, cioè di rappresentare i valori spirituali più elevati della tradizione Europea. Non basta rendere omaggio verbale ai tre grandi fondatori cristiani Adenauer, De Gasperi, Schuman. Noi dobbiamo rendere concreta con la nostra attività parlamentare il loro nobile messaggio. L’umanesimo cristiano è un’idea forza che ha superato le frontiere, ne abbiamo il sentimento delle nostre responsabilità. Consideriamo la politica come un servizio della Comunità. Il nostro lavoro esige coraggio e costanza. Cerchiamo di parlare con una sola voce per esprimere una volontà collettiva’. Le radici cristiane d’Europa.

AUTORE: Lido Romizi