Combattere per la fede con la potenza dello Spirito

Celebrata la festa di San Giovanni antico arcivescovo e martire di Spoleto

La festa di San Giovanni, arcivescovo e martire di Spoleto, è stata preceduta dal triduo, predicato da un valentissimo oratore, don Trevisan di Ravenna, il quale ha seguito lo schema programmato: tema centrale la città di Spoleto, la sua comunità religiosa (Vescovo, presbiteri, diaconi, ministri, fedeli) martedì 16; la comunità civile (Sindaco, assessori, consiglieri comunali, forze dell’ordine), mercoledì 17; la sua parte eletta, e cioè poveri, anziani, malati, bisognosi, giovedì 18. Finalmente, il giorno della festa (venerdì 19) tutta la realtà spoletina, centro e diocesi, con la presenza del Seminario, ha partecipato al Pontificale dell’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, il quale ha offerto al suo predecessore una lampada d’argento, con ispirata dedica in lingua latina, che riportiamo in questa stessa pagina. Molto significativa per il significato della festa l’omelia di mons. Fontana di cui diamo qui i concetti essenziali:è proprio nel martirio e disprezzo della morte che la Chiesa afferma la fede nella risurrezione (la luce della lampada), qui la nostra Chiesa ritrova le sue radici, qui si illumina delle meraviglie di Dio, qui è vinta la morte; qui la nostra Chiesa diocesana ritrovi la sua grande missione di testimonianza operosa, chiamata a resistere al mondo, con i suoi cristiani, araldi del vangelo e angeli del cielo, per la salvezza del popolo (S. Agostino); qui ritrovi la sua identità, nella qualità della vita, nella semplicità del quotidiano, nel combattimento per la fede, non con le armi e la violenza, ma la forza ella sua interiorità, ricca di quella costanza che solo dallo Spirito ci può giungere: mai tirarsi indietro, mai scendere a compromessi col male, testimonianza non solo di compattezza contro il nemico, ma di rafforzata unità fra tutti i fratelli. Testimonianza di sangue al sangue di Cristo: non mancherà chi è ben pronto a darlo. Qui si ispirino i giovani, specie quelli chiamati al sacerdozio, come i seminaristi qui presenti, e non soltanto loro. Nella Chiesa, tutti chiamati, pronto ognuno a fare la sua parte: la Gerusalemme celeste ci attende.

AUTORE: Agostino Rossi