Correva l’anno 1951 quando a Roma, il 15 agosto, la beata Madre Speranza fondava la congregazione dei Figli dell’Amore misericordioso. Ventuno anni prima aveva fondato le Ancelle dell’Amore Misericordioso a Madrid.
La nuova congregazione maschile rispondeva a un disegno: il 14 maggio del 1949 Madre Speranza trascrive nel suo Diario la voce misteriosa del buon Gesù, il quale le comunica che dovrà realizzare, “aiutata da me, con maggiori angustie, fatiche, sofferenze e sacrifici… la più grande e magnifica organizzazione di un santuario dedicato al mio Amore Misericordioso”.
Per questo motivo, tre giorni dopo la fondazione dei Figli, il 18 agosto 1951, Madre Speranza, con i primi tre Figli e una piccola comunità di Ancelle, si trasferisce a Collevalenza, allora un piccolo e sconosciuto borgo medievale, e dà inizio a quanto noi oggi vediamo.
La congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso comprende 4 rami: sacerdoti, fratelli interni, fratelli per attività esterne, sacerdoti diocesani con voti. Ha ricevuto l’approvazione pontificia il 18 agosto 1982 (eccetto il ramo dei sacerdoti diocesani Fam, la cui approvazione pontificia è del 26 maggio 2005). Ha la sua sede generalizia a Collevalenza, ed è attualmente presente, oltre che in Italia, in Spagna, Romania, Brasile, Bolivia, Messico, India e Filippine.
In questo Anno della vita consacrata, come ci esorta Papa Francesco, facciamo memoria grata di questo passato, peraltro abbastanza recente, in cui affondano le nostre radici. Il fatto che il Signore abbia voluto, in questa terra umbra (terra di santi!), il primo santuario al mondo dedicato al suo Amore Misericordioso ci riempie di gratitudine, e sono convinto che racchiude un significato ancora da scoprire. La coscienza grata di questa identità carismatica ci aiuta a vivere il presente con passione, facendo del “Vangelo della misericordia” il criterio primo e ultimo della nostra consacrazione e missione.
Sappiamo quanto l’uomo del nostro tempo, così spesso ferito e disorientato, è assetato di misericordia, e il lavoro dei Figli dell’Amore Misericordioso presso questo santuario abbraccia fondamentalmente due settori: l’attenzione pastorale ai pellegrini e l’attenzione fraterna ai sacerdoti diocesani. Il servizio della Casa del pellegrino è curato direttamente dalle nostre consorelle. Lo stile di tale accoglienza cerca di esprimere il clima di famiglia che stava a cuore a Madre Speranza, e prepara poi a vivere l’esperienza profonda della misericordia di Dio in cui noi Figli dell’Amore Misericordioso siamo direttamente coinvolti. Ci sentiamo a servizio della Chiesa universale, in primis della nostra diocesi di Orvieto-Todi e delle diocesi dell’Umbria.
Il santuario di Collevalenza sta diventando sempre più un centro di spiritualità che irradia la misericordia di Dio su quanti qui accorrono sempre più numerosi, soprattutto all’acqua della misericordia divina. Nelle braccia e nel cuore spalancato del Crocifisso dell’Amore Misericordioso, che troneggia nel santuario, si rende visibile l’infinito amore di colui che “non è un giudice severo ma un padre buono e una tenera madre, che i Suoi figli li segue e li cerca con un amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di loro” (Madre Speranza). L’esperienza concreta di questo amore viene offerta ai pellegrini attraverso l’annuncio della Parola di Dio che parte dal simbolo dell’acqua, ricordando il battesimo, e poi prepara alla celebrazione della riconciliazione e dell’eucaristia.
L’unione con i sacerdoti è missione prioritaria dei Figli dell’Amore Misericordioso. Si realizza nelle due comunità di Collevalenza: in quella del santuario con l’accoglienza dei sacerdoti per periodi di riposo o recupero; in quella della Casa del pellegrino per i sacerdoti anziani, che possono concludere serenamente la loro vita in un ambiente di famiglia. Le difficoltà che tanti Pastori della Chiesa attraversano oggi ci fanno cogliere l’attualità di quanto il Signore ha ispirato a Madre Speranza. È per questo che abbracciamo il futuro con speranza, coscienti che nulla ci può separare dall’amore di Dio manifestato in Cristo Gesù, perché “la Sua misericordia è eterna” e infinitamente più grande di ogni nostra miseria. Il Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco è una porta da attraversare oggi, ma spalancata sul futuro. Una porta che, come il cuore di Dio, non si chiuderà mai.