Sia che torni da sud, sia che torni da nord, il pensiero che per primo ti viene alla mente quando, rientrando, superi i confini della tua diocesi è sempre lo stesso: Dio mio, quante case canoniche vuote! Che Dio abbia abbandonato la sua Chiesa? La domanda è blasfema, ma la bestemmia – ahimé!- è sempre stato il negativo dell’immagine proiettata sullo schermo del mondo dalla nostra tradizione religiosa. L’altra mattina mio figlio Franco, nel lettone a una piazza e mezzo vicino al mio lettone da una piazza e mezzo, si è svegliato prima del solito e, in onore di questa brutta tradizione inestirpabile, ha cacciato un moccolo terrificante, scandendo le sillabe con una chiarezza inconsueta per uno dal linguaggio disartrico com’è lui. Alle mie’ rimostranze ha risposto con un ghigno che mi è sembrato di stupore: Ma come’, se da queste parti bestemmiano tutti!? No, l’ipotesi da prendere in considerazione è quella opposta: siamo stati noi ad aver abbandonato, un po’ alla volta, Dio e la sua Chiesa. Un po’ più che una semplice ipotesi, purtroppo. Purtroppo. No, nessun distacco clamoroso, la mamma non la si tocca: no, la si tradisce a cassettini piccolini e insistentini. Ci fu affidata, la Santa Madre Chiesa, perché la presentassimo al mondo ‘senza macchia e senza ruga’: così ci suggerì che pregassimo il rugoso Leone XIII. Senza macchia e senza ruga: poi è successo che, una macchiolina tu, una rughetta io, l’abbiamo resa -a volte- addirittura impresentabile. Come? Perché? Ognuno faccia il suo esame di coscienza. Per quelli come me l’errore degli errori è forse stato quello di presumere che la condivisione della vita con i fratelli più deboli, autentica fonte di perenne letizia, potesse essere il tutto del nostro sacerdozio, e che Dio amato ‘in’ loro non dovesse necessariamente essere amato ‘sopra di’ loro. Mammamia, come scottano certe straordinarie collette delle domeniche del tempo ordinario! Andiamo avanti lo stesso. La processione deve uscire. Andiamo avanti. Non siamo più vergini d’animo, non abbiamo speranza di diventare martiri, stante la nostra cronica incapacità di offrire a chicchessia motivi sufficienti per prenderci a coltellate, ma la processione deve uscire lo stesso. ‘Avanti come siete!’ disse il santo vescovo Liviero, in aiuto dell’affannato cerimoniere che invitava invano le Figlie di Maria (‘Avanti le vergini!!’) ad uscire processionalmente dal Duomo di Città di Castello. Avanti. Ma’ di quelle case canoniche abbandonate che ne facciamo? Le affidiamo alla Caritas o alla Gabetti? Ai laici desiderosi di uno spazio più grande nel loro impegno di servizio alla Chiesa o alla Tecnocasa, che le venderebbe bene, bene assai, vista la deliziosa posizione nella quale molte di esse si trovano?