Arte evangelizzatrice

Pubblicato dalla Regione dell’Umbria il catalogo di arte contemporanea a soggetto sacro della Galleria di Assisi
Due delle sale espositive della galleria della pro Civitate Christiana
Due delle sale espositive della galleria della pro Civitate Christiana

La preziosa catalogazione dei beni culturali dell’Umbria condotta dalla Regione dell’Umbria si è arricchita di recente di un nuovo bene, quello della Galleria della Pro Civitate Christiana di Assisi (Giunti editore). Una raccolta di opere d’arte contemporanea a soggetto sacro ma assolutamente aperta e laica, visto che gli artisti che nel corso degli anni, a partire dai primi anni ’40, sono stati invitati a esporre oltreché a realizzare opere su alcuni temi sacri, non erano vincolati ad esigenze liturgiche.

Una Galleria che nel panorama regionale, ma anche nazionale, rappresenta sicuramente un unicum. La raccolta si compone in totale di circa 4000 opere di pittura, scultura, grafica e arti applicate richieste agli artisti tramite commissioni o concorsi e raccolte sistematicamente dal 1942 fino alla fine degli anni ’60 “grazie alla lungimiranza di don Giovanni Rossi (1887 – 1975) che intendeva l’arte – spiega la responsabile della Galleria Anna Nabot – uno strumento di evangelizzazione e di apostolato sociale, in particolare sulla figura e l’opera di Gesù Cristo. Il suo obiettivo era di coinvolgere gli artisti e possibilmente grandi artisti, anche e soprattutto non credenti, in una ricerca ispirata a Cristo, nel rispetto della loro libertà espressiva e del loro linguaggio. Nel Natale del 1939 don Giovanni aveva fondato la Pro Civitate Christiana una nuova Associazione di laici, chiamati volontari, impegnati nell’annuncio del Vangelo nelle varie città d’Italia, ma aveva pensato anche alla Cittadella, una struttura per l’incontro e il dialogo tra le varie componenti della cultura e della vita sociale ove poter accogliere credenti e persone in ricerca di fede e di senso. Alla costruzione di questa sorta di ‘Montecatini dello Spirito’ – come don Giovanni l’aveva pensata spiega Nabot – dotata di strutture di accoglienza e di incontro, di studio, di preghiera fu essenziale il contributo dell’industriale lombardo Furio Cicogna che si incaricò di ‘fare il questuante’ presso amici industriali, mentre un altro dirigente di industria, Francesco Mario Oddasso sosterrà l’operazione ‘Gesù divino lavoratore’ per promuovere tra gli artisti la ricerca su questo soggetto pressoché sconosciuto nella storia dell’arte”.

La Galleria conta 1.021 opere di pittura e scultura, tutte elencate e dotate di scheda tecnica nel regesto (elenco) del nuovo catalogo di cui 114 illustrate in piccolo formato; mentre di 176 autori – spiegano i curatori del catalogo Silvia Bignami, Paolo Rusconi e Giorgio Zanchetti – nel volume si pubblicano le schede critiche con 219 immagini a colori di grande formato. A ciò si aggiungono circa 1300 opere di grafica contemporanea e circa 1600 stampe antiche tutte su temi cristologici.

Tra i principali artisti ricordiamo Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, William Congdon, artista americano che deve all’amicizia con don Giovanni e alle frequentazioni in Cittadella la sua conversione, Gerardo Dottori, Pericle Fazzini, Emilio Greco, Felice Carena, solo per citarne alcuni. Nel catalogo si dà conto sia delle opere esposte in galleria, sia di quelle conservate nei locali della Cittadella e nei depositi. La bibliografia è stata arricchita del materiale di archivio della Pro Civitate Christiana che comprende le corrispondenze di don Giovanni Rossi con gli artisti. Rimangono fuori da questo catalogo le opere grafiche e quindi l’importante serie del “Miserere” di Georges Rouault di cui peraltro è stato pubblicato recentemente dalla Galleria l’importante studio di Tony Bernardini dal titolo Un grido nella notte . Introducono il catalogo alcuni saggi che approfondiscono tematiche quali l’origine della raccolta, la contestualizzazione storica dell’iconografia di Gesù divino lavoratore, la presenza della scultura alle mostre dei Corsi di studi e nelle raccolte della Pro Civitate; si riporta infine uno studio dedicato all’importanza che la Pro Civitate Christiana ha dato all’arte fin dalle sue origini, attraverso l’esame de La Rocca, la rivista dell’Associazione.

Il primo nucleo delle raccolte si era formato nei primi anni ’40 con l’acquisizione di 40mila fotografie di arte antica e contemporanea, aventi come unico soggetto il Cristo: andrà a formare il cosiddetto “Settore iconografico”. Dal 1949 gli artisti saranno poi invitati a dare il loro contributo agli annuali Corsi di Studi cristiani mediante le “Personali d’arte cristiana”. Alcune opere verranno acquistate e andranno a formare le prime raccolte a cui seguiranno le prime committenze e i concorsi.

Oltre alle mostre temporanee, alle visite guidate, alle iniziative con gli altri musei del territorio umbro, la Galleria oggi offre anche attività didattiche per le scuole, per bambini con i genitori, per categorie svantaggiate, in un laboratorio appositamente allestito.

 

AUTORE: Manuela Acito