La siccità non dà tregua, i finanziamenti per gli interventi contro la crisi idrica restano solo sulla carta ma qualcosa si muove nell’agricoltura umbra. Sono una quarantina i produttori agricoli che hanno presentato la domanda (scadeva lo scorso 30 maggio) alla Regione dell’Umbria per beneficiare dei contributi disposti dall’ente per coloro che hanno deciso di sviluppare attività agricole con uno scarso utilizzo idrico. Il provvedimento ha riguardato in particolare gli agricoltori del Trasimeno (una ventina) che riceveranno un contributo di 350 euro per ogni ettaro non più irrigato attingendo l’acqua dal lago. La decisione fa parte delle iniziative disposte dall’assessorato regionale all’agricoltura per la realizzazione di impianti di irrigazione ‘a goccia’, su tutto il territorio regionale, per consentire interventi irrigui efficaci e un considerevole risparmio d’acqua. ‘Mentre si parla di crisi idrica nel paese ‘ ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Gianpiero Bocci – rivendichiamo il merito di aver pubblicato un bando di questo tipo che va nella direzione di un contenimento dell’acqua con l’adozione di un sistema a basso consumo. E questo proprio nel momento in cui i produttori agricoli decidono quali colture adottare’. Ma per il resto non c’è molto da essere soddisfatti. Non ci sono i soldi per attuare i tre piani stralcio, contenuti in altrettante ordinanze del presidente della giunta regionale umbra (commissario delegato per la protezione civile sulla base di un ordinanza del presidente del consiglio del ministri del 30 luglio 2002) per sviluppare il programma di interventi in seguito alla crisi idrica del 2002. ‘In modo inspiegabile ‘ ha detto Bocci ‘ il governo ha preferito finanziare alcune regioni del sud non concedendo alcun contributo al nostro territorio’. E’ vero che le cifre, in molti casi di milioni di euro, comprendono tutto quello che è possibile fare nel ‘pianeta’ acqua in Umbria (invasi, acquedotti, criteri per la riduzione del consumo) ma rimangono bloccati anche i finanziamenti, decisi già da alcuni anni – anche da precedenti governi – per gli interventi per portare l’acqua dall’invaso di Montedoglio al bacino del Trasimeno. Sulla questione era intervenuto recentemente il presidente della 2/a commissione consiliare regionale, Edoardo Gobbini, denunciando i danni economici subiti dagli operatori agricoli e turistici della zona.