Da un paio d’anni sta attraversando fasi molto altalenanti legate soprattutto alle influenze degli scenari internazionali, ma anche a causa di fattori strutturali locali. Stiamo parlando dell’ampio mercato dei viaggi e delle vacanze che anche in Umbria, come nel resto d’Italia e del mondo, soffre una situazione di incertezza, di crisi e conflitti. Tutto è cominciato, spiegano gli operatori del settore, con gli attentati dell’11 settembre 2001. Ma negli ultimi mesi il freno a viaggi e spostamenti si chiama Sars, la polmonite atipica partita da Cina e dintorni. Rigmor Jensen, presidente regionale di Assotravel, lamenta la tanta disinformazione in materia, che sta tagliando fuori tutto l’Oriente, compresi paesi dove non si registrano casi della malattia. ‘Sono in crescita, invece ‘ aggiunge la Jensen ‘ i viaggi in Spagna e Grecia, ma vendiamo bene anche l’Africa del nord, l’Europa continentale, il Mar Rosso e naturalmente l’Italia. Una cosa è certa: si tende a rimandare il viaggio importante in attesa di tempi migliori. Per questo sono soddisfacenti i numeri della gente in partenza, ma probabilmente i fatturati sono in calo perché i viaggi sono più a corto raggio’. Anche Giorgio Svolacchia della Consul Travel di Perugia concorda nell’analisi di un rilancio del ‘prodotto Italia’, con relativo aumento dei costi in alta stagione proprio per la legge della domanda e dell’offerta. ‘Sono molto ridotti ‘ dice poi ‘ i viaggi in Oriente, sia quelli turistici sia quelli per lavoro. Viaggiano molto di meno anche gli americani, sia all’interno del loro paese che all’estero. Al contrario da noi l’America va abbastanza bene, visto l’andamento dell’euro che rende i viaggi molto accessibili. In rilancio anche il Mediterraneo’. La conferma sulla ripresa dei viaggi interni arriva anche dalla Orvietur di Orvieto. ‘Le mete più richieste ‘ spiega Giovina Barbanera, responsabile programmazione dell’agenzia ‘ sono il mare di Sardegna, Puglia e riviera adriatica. L’incoming Umbria, invece, è tendenzialmente in calo, non tanto come fatturato ma piuttosto come numero di arrivi’. Per Fortunato Giovannoni, presidente regionale della Fiavet e titolare della Italstar di Città di Castello, quella attuale è una crisi anomala. ‘Ormai è troppo lunga ‘ dice ‘ a causa del susseguirsi di fatti che influenzano il turismo, come il terrorismo prima, la guerra e la Sars poi. Ci sono meno italiani in viaggio e quelli che partono riducono la spesa. C’è poi da considerare anche il minor numero di americani che arrivano in Italia’. Ne approfittiamo anche per cercare di capire come va il comparto economico delle agenzie viaggi e dei tour operator in Umbria. Un settore che, secondo alcuni operatori, va analizzato con attenzione e riformato. A cominciare da una nuova legge regionale sul settore e dalla lotta all’abusivismo, che negli ultimi anni ha portato a una proliferazione degli operatori del settore, specie nel capoluogo regionale. Due fronti su cui insiste molto la Fiavet Umbria, il sindacato delle agenzie di viaggio di Confcommercio, che proprio nelle settimane scorse ha riconfermato alla presidenza regionale Fortunato Giovannoni. ‘Il settore turismo ‘ sostiene il presidente della Fiavet umbra ‘ ha bisogno di un segnale forte, di un momento di riflessione approfondita da cui ripartire: l’assessore Maddoli ha promesso da tempo la realizzazione di una conferenza regionale. Ci auguriamo davvero che questa promessa venga mantenuta’. Rigmor Jensen di Assotravel di Confindustria, spiega che in Umbria mancano le specializzazioni su segmenti specifici del mercato dei viaggi. ‘Le agenzie per lo più sono generaliste ‘ afferma ‘ e tra gli operatori, specie quelli delle catene di franchising, c’è anche chi improvvisa un po’ questa professione’.Turismo: l’Umbria vuol farsi conoscere in Italia e nel mondoIl settore dell’intermediazione nella vendita e nell’organizzazione di viaggi e vacanze in Umbria conta oltre 150 operatori autorizzati. Solo nella città di Perugia ci sono 45 tra agenzie viaggi e tour operator. Segue Terni con 18 e poi Assisi con 10, Città di Castello, Foligno e Spoleto con 7 operatori ciascuna, Orvieto con 5, Bastia Umbra con 3 e infine una ventina di piccoli centri con una o due agenzie di viaggio. Senza considerare le grandi catene nazionali che anche nella nostra regione hanno aperto sportelli o filiali. La maggior parte degli operatori si occupa solo della vendita di viaggi agli umbri. Pochi lavorano anche nell”incoming’, nel segmento degli arrivi in regione. Per lanciare l’Umbria in Italia e nel mondo, quest’anno l’Agenzia regionale di promozione turistica ha messo in campo tre milioni e 569 mila euro, una cifra sette volte più grande rispetto al 2002. Una somma destinata a finanziare la partecipazione a eventi fieristici, la presenza su mass media e altre strategie di comunicazione. Finora l’Umbria, tra fiere e borse del turismo, è stata presente alla Bit di Milano e poi a Monaco di Baviera, Parigi, Berlino, Barcellona, Riva del Garda e Palermo. In Germania è stata lanciata una grande campagna di affissione: 314 poster giganti, 86 pannelli luminosi e un video board a Monaco, Augsburg, Noriberga, Regensburg, Stoccarda e Wuzburg. Consistente anche l’investimento in spazi pubblicitari, redazionali e reportage giornalistici pubblicati su riviste italiane e internazionali.
Per le vacanze degli umbri mete più vicine a casa
Le agenzie di viaggio chiedono alla Regione un riordino del settore
AUTORE:
Daniele Morini