“Vogliamo essere Chiesa viva, che nasce dalla Croce della Pasqua del Cristo Risorto e resa feconda dalla Carità, annunciatrice del Vangelo”. Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti alla celebrazione dei Vespri, che venerdì scorso hanno aperto l’incontro conclusivo della Visita pastorale alle comunità parrocchiali delle Unità pastorali di Ponte Felcino, Ponte Valleceppi, Ponte Pattoli e Colombella costituenti la IV Zona “Alta Valle Tevere” dell’Archidiocesi. Nella chiesa interparrocchiale “Santa Maria Madre della Chiesa” in Montelaguardia di Perugia, il cardinale ha incontrato fedeli e operatori pastorali della IV Zona ai quali ha chiesto se l’esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii gaudium fosse entrata nelle parrocchie, “altrimenti – ha detto – non possiamo essere Chiesa in ‘uscita’, testimoni di speranza, perché senza la speranza si va poco lontani”.
Le Lettere pastorali alle comunità
Bassetti ha presentato il documento finale, la Lettera pastorale indirizzata a ciascuna delle quattro UP e consegnata ai parroci moderatori, nella quale sono contenute le “indicazioni per il cammino dei prossimi anni”. “La Visita pastorale, nonostante la brevità del tempo trascorso insieme, è stata – ha detto Bassetti – una preziosa occasione di incontro e di condivisione della fede in Cristo. Mi sono fermato con voi, nelle vostre chiese e nelle vostre case, ma anche nelle fabbriche e nelle scuole, per ascoltarvi e per confermarvi nella sequela del Signore, e la vostra numerosa partecipazione è stata per me fonte di gioia”. Dei momenti della Visita il Cardinale ha ricordato “con particolare soddisfazione” l’incontro con i ragazzi delle scuole nel quale, ha detto, “ho potuto apprezzare la cordialità delle vostre relazioni e il reciproco sostegno”.
Cresce la consapevolezza di una “pastorale di Unità”
Bassetti ha colto con viva soddisfazione “il maturare di un crescente senso di comunione” tra comunità parrocchiali impegnate a dare vita all’Unità pastorale, “attenuando progressivamente il campanilismo”. Questo aspetto è stato anche il “cuore” della stessa Visita pastorale, cioè verificare a che punto è l’attuazione del “progetto di Unità pastorale” nel quale alle parrocchie è chiesto di condividere la vita ecclesiale locale dalla liturgia alla catechesi, alla carità e a tutti gli altri ambiti pastorali (la gioventù, la famiglia…). Al riguardo, dai diversi interventi di sacerdoti e laici, che si sono susseguiti al termine della presentazione delle Lettere specifiche per ciascuna Unità da parte del vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, è emersa la volontà di proseguire in questo progetto auspicando per la sua buona riuscita un “maggiore coinvolgimento di fedeli laici”. Non sono mancate neppure le perplessità riguardo a “soppressioni” o “fusioni” in ambito “canonico e civile” di piccole parrocchie che la “Riforma delle Unità Pastorali” comporterà nel medio-lungo periodo.
Le “revisioni territoriali” di parrocchie ed Unità pastorali.
La Visita pastorale è stata anche occasione di verifica della definizione territoriale delle UP per cui, su indicazione anche del clero locale, dei Consigli pastorali parrocchiali e dei fedeli si è proceduto ad alcune “revisioni territoriali”. La parrocchia Bosco lascia l’Unità di Ponte Felcino per passare con quella di Colombella; le parrocchie di Pianello, Pilonico Paterno e Ripa lasciano l’Unita di Colombella e passano con quella di Ponte Valleceppi; Cordigliano si unisce pastoralmente all’Unità di Ponte Pattoli cedendo parte del suo territorio alla parrocchia di Casamanza dell’Unità di Ponte Felcino; Pilonico Paterno e Civitella d’Arna vengono unite pastoralmente alla parrocchia di Ripa in attesa della piena incorporazione canonica e civile, così anche quella di Lidarno unita pastoralmente a Sant’Egidio. Questa riorganizzazione, ha detto Bassetti, ha “lo scopo di favorire la collaborazione tra le parrocchie, portando a coincidere maggiormente il territorio della circoscrizione ecclesiastica con quello antropologico, in modo che i processi di integrazione pastorale si innestino con naturalezza sulle relazioni già esistenti tra le persone, le famiglie e le associazioni di ogni genere”. Insomma, ha detto il cardinale, “non basta cambiare i confini di una Unità pastorale perché questa ‘funzioni’ meglio: è necessaria la convinta ricerca di cooperazione a tutti i livelli del vivere ecclesiale”.
Le indicazioni pastorali
Il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti ha evidenziato come i temi maggiormente trattati nelle Lettere pastorali rivolte a ciascuna delle quattro UP riguardino gli ambiti della liturgia, catechesi e carità, ma anche le nomine dei Consigli pastorali interparrocchiali, che dovranno avvenire entro il 2015, “con le modalità indicate dal Sinodo, compresa quella di far eleggere alcuni membri dal popolo”. Così come i “Consigli parrocchiali per gli affari economici, laddove scaduti, andranno rinnovati entro l’anno in corso”. Se nelle parrocchie la Visita del cardinale ha rilevato “un soddisfacente impegno nella pastorale dei ragazzi e dei giovani”, altrettanto non può dirsi per “gli adulti e le famiglie” cogliendo in merito una “scarsità di proposte formative”. Occorre più impegno sul versante dell’evangelizzazione da realizzare unitariamente. Altro aspetto emerso è la vita liturgica, in primis la necessità di “armonizzare” l’orario delle Messe, evitando sovrapposizioni, oltre a promuovere occasioni in cui tutte le comunità parrocchiali dell’Unità pastorale possono ritrovarsi insieme a celebrare. Ma c’è anche la necessità di investire di più sulla formazione degli animatori della liturgia e questo può avvenire a livello di Unità. Non secondario è l’ambito socio-caritativo della Pastorale per il quale viene indicato come non più rinviabile l’organizzazione di Caritas interparrocchiali con servizi di ascolto-accoglienza e sostegno delle situazioni difficili, individuando un luogo che possa servire da punto di riferimento per l’intero territorio, organizzando attorno ad esso volontari formati di tutte le comunità parrocchiali sia nell’opera dell’ascolto che in quella dell’erogazione degli aiuti materiali. Il cardinale Bassetti, nel corso della Visita, ha apprezzato molto e ha altrettanto stimolato il lavoro svolto da operatori e volontari di strutture caritative come il “Villaggio Santa Caterina” in Solfagnano e la “Casa Emmaus” in Lidarno. I mezzi della comunicazione sociale “vanno coraggiosamente ripensati e realizzati a dimensione di Unità”. E l’invito è a lavorare affinché i bollettini cartacei, i siti internet e le newsletter a essi collegati possano diventare strumenti di informazione e di comunione mediante i quali la popolazione può percepire il cambiamento che le Unità pastorali determinano.
Attenzione ai religiosi
Nelle diverse attività pastorali portate avanti dalle parrocchie sono sempre più coinvolte le comunità religiose sia maschili che femminili, tra le quali quelle dei Frati Minori della Provincia Serafica in Farneto, i Passionisti in Montescosso e le Apostole del Sacro Cuore in Colombella. Non irrilevanti sono le “buone relazioni” con la comunità contemplativa dei Monaci di Betlemme, dell’Assunzione della Vergine Maria e di San Bruno in Montecorona. Anche le Confraternite, le associazioni, i gruppi di preghiera di laici presenti a livello territoriale sono un punto di riferimento umano e spirituale da coltivare in quanto anch’esse preziose per la vita di una comunità intenta a tramandare, anche attraverso la tradizione e la cultura, la propria fede.