La famiglia merita maggiore attenzione dai politici

Giornata internazionale della famiglia

Al vertice delle aspettative dei giovani e delle preoccupazioni degli adulti, la famiglia è ancora il punto di riferimento e la principale risorsa per il Paese. Ma i segnali di preoccupazione si moltiplicano. L’indice di vecchiaia si è quadruplicato in 40 anni. Entro il 2044 la popolazione scenderà sotto i 45 milioni. I giovani diminuiranno del 21%. Ogni famiglia ha in media 0,6 figli. E non è solo una questione culturale o sociale, laddove la precarietà del lavoro non consente di far fronte a costi crescenti. Il primo figlio, ad esempio, comporta un aumento delle spese tra il 18 e il 45%, che per la famiglia media corrisponde a 500-800 euro al mese. “Dobbiamo liberarci dell’idea idilliaca della famiglia – dice Luisa Santolini, presidente del Forum delle Associazioni Familiari. La famiglia ha un ruolo preciso nella società e gode di diritti inalienabili”. La IX Giornata Internazionale della Famiglia, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993, è celebrata anche in Italia, per la seconda volta, dal 9 al 18 maggio con incontri, tavole rotonde, convegni e manifestazioni organizzate in oltre 30 città. E’ l’occasione per fare il punto della situazione, in vista del 2004, Anno internazionale della famiglia. Mons. Carlo Rocchetta ideatore e animatore della ‘Casa della tenerezza’ “Spazio accogliente per ritrovare salde basi per il matrimonio” Una grande famiglia di famiglie. O una “clinica” per matrimoni in crisi, come è stata definita. Di sicuro sarà un punto di riferimento per la pastorale familiare della diocesi perugina e non solo. Si tratta della “Casa della tenerezza”, che giorno dopo giorno sta prendendo forma, sia dal punto di vista strutturale che organizzativo, sulla collina di Montemorcino. “Insegnavo teologia al Laterano – ci spiega monsignor Carlo Rocchetta, il sacerdote ideatore e animatore del progetto – e a un certo momento ho sentito il bisogno di dedicarmi totalmente alla famiglia, soprattutto alle coppie in difficoltà. Il Vescovo di Perugia è venuto a sapere di questa mia idea, mi ha chiamato, mi ha proposto di realizzarla qui in diocesi, abbiamo trovato questo bel posto di Montemorcino e la provvidenza mi ha fatto incontrare già molte coppie con le quali sto iniziando questo cammino”. Il cammino di cui parla don Carlo è cominciato un paio di mesi fa. Riguarda nove coppie di sposi e i loro figli, per ora diciotto bambini, che fanno anche loro un percorso di formazione e di educazione alla fede. Saranno tutti loro il “cuore” della Casa della tenerezza, spazio di accoglienza per chi vuol gettare solide basi per il matrimonio o per chi quelle basi vuole ritrovarle, per salvare un’unione in crisi. “Il nostro itinerario di formazione, per ora – dice Salvatore – è diviso in due momenti principali: uno il venerdì sera, quando seguiamo un incontro di cristologia e uno ogni domenica, quando ci riuniamo per momenti più spirituali”. Quando chiediamo a lui e a sua moglie se si sentono una coppia ‘speciale’, diversa dalle altre, chiariscono subito qual è il senso del loro stare in questa singolare comunità di famiglie. “Non è che abbiamo doni particolari – spiega Marina – o siamo più intelligenti di altri, o dotati di chissà cosa. Semplicemente abbiamo tutti capito che è importante mettersi al servizio di altre famiglie. Ognuno di noi ha il proprio impegno di lavoro, le proprie responsabilità familiari, poi abbiamo tutti i bambini, anche molto piccoli”. Siamo tutti seduti in cerchio, proprio davanti al vecchio rustico di Montemorcino, che dovrà essere ristrutturato e adattato alle esigenze della nuova realtà. Una necessità che va in parallelo con la formazione spirituale delle persone che dovranno abitare la casa. “Prima di tutto è stata un’esigenza – commenta Roberta – quella di seguire un cammino di formazione come famiglia. Da fidanzati eravamo comunque molto attivi in parrocchia, però poi dopo aver formato la nostra famiglia e con l’arrivo dei figli ci sentivamo un po’ fuori, sia per gli orari sia per le esigenze diverse che ha la spiritualità di coppia rispetto a quando si è fidanzati o soli. Nella Casa della tenerezza abbiamo trovato proprio la risposta al nostro cercare”. Le nove famiglie di Montemorcino hanno fatto un voto molto particolare: quello alla tenerezza, come spiega don Carlo. “E’ stato proprio all’inizio del cammino – ricorda il sacerdote – e ora si cerca di approfondire cosa significa la spiritualità della tenerezza, alla luce della tenerezza di Dio, la tenerezza non in senso sentimentaloide, ma in senso profondo, più alto. La tenerezza come scelta, come progetto di vita, come modo di essere, di amare, di adorare. Quindi c’è tutto uno sviluppo di teologia della tenerezza che stiamo portando avanti”. L’attività della Casa della tenerezza deve ancora mettersi a pieno regime e già si pensa di allargare i confini di questa esperienza. “L’idea non è quella di lavorare soltanto a livello diocesano – conclude monsignor Rocchetta – ma di fare un servizio a livello regionale e nazionale. Noi adesso ci impegniamo innanzitutto a vivere bene questa spiritualità ma abbiamo già iniziato anche a organizzare ritiri e week-end. Faremo settimane di spiritualità per i coniugi e scuola per genitori, in modo che possiamo offrire un servizio a vari livelli”.

AUTORE: Daniele Morini