Mistero lungo come la Storia

“Crocifissione Bianca” Marc Chagall (1938), conservato nell’“The Art Institute” di Chicago
“Crocifissione Bianca” Marc Chagall (1938), conservato nell’“The Art Institute” di Chicago

Una difficoltà che incontriamo componendo questo giornale per Pasqua – sembra strano – è la scelta della foto di prima pagina. La Voce arriva nelle case il venerdì, che quindi è il Venerdì santo. Come si fa a ignorare un evento come questo? Il giorno della crocifissione e morte del Signore? E quindi l’immagine dovrebbe essere del Crocifisso. Ma chi va a messa la domenica e trova il nostro settimanale in fondo alla chiesa, o chi lo riceve il lunedì successivo (come a volta accade per inefficienza della distribuzione) e chi, nel glorioso giorno del Signore, il giorno di Pasqua in cui si mangia l’agnello e si fa festa in armonia con l’Alleluia cantato dalla liturgia, scopre che il suo settimanale è fermo al Venerdì santo, lo considera già vecchio e superato. Ecco il disagio. Negli anni passati abbiamo dato la preferenza alla festa e abbiamo pubblicato alcune belle immagini del Cristo risorto, il Cristo glorioso trionfatore. Quest’anno ci siamo detti: nel mondo c’è tanta sofferenza e tanto odio, gran parte dell’umanità non è “redenta”, non ha fede nella risurrezione, preferendo percorrere la “rotta della morte”. Così può essere chiamata la tragica fine dell’aereo della Lufthansa con 150 persone a bordo, dirottato intenzionalmente da un giovane tedesco verso la montagna contro cui si è schiantato; può essere considerato un paradigma e una parabola “antipasquale”.

Per questo e per le innumerevoli situazioni dolorose e tragiche esistenti nel mondo, abbiamo deciso di scegliere un’immagine evocativa, la Crocifissione bianca di Marc Chagall. Non posso negare che ha giocato, in questa scelta, la notizia che è amata da Papa Francesco. Ma il motivo fondamentale è quello detto. In questa immagine abbiamo letto una stretta connessione tra il Venerdì santo compiuto e l’alba luminosa del “primo giorno dopo il sabato”, il giorno del Signore, che, con la sua luce sprigionata dall’alto, investe il Crocifisso. In quel Crocifisso confluiscono le storie tragiche del popolo ebraico, che si annunciavano sempre più distruttive già nel 1938 (la shoà viene portata avanti dal 1933 al 1945), un popolo che nella storia ha rappresentato – nel bene e nel male, nella sconfitta e nella vittoria, nella schiavitù e nella libertà – le sorti dell’intera umanità. Cambiano i tempi ma la sofferenza non cede il passo alla gioia, le attuali vicende umane non sono meno tragiche. Il Crocifisso bianco disteso e sostenuto da un fascio di purissima luce è il Crocifisso-Risorto che rimane presente nelle sofferenze della sua umanità, in quella umanità che tutta gli appartiene e che tutta egli vuole liberare dal male e dalla morte. È per questo che si può dire, con Blaise Pascal, che “Gesù sarà in agonia fino alla fine del mondo; non bisogna dormire durante questo tempo” (Pensieri, 553). Ma è ugualmente il Risorto ad essere vivo e presente per donare senso e speranza al dolore e alle fatiche umane. La Pasqua è fede, gioia e pace, che sottrae l’uomo alla disperazione, ma non lo esime dal lottare contro ogni forma di male e dal condividere i dolori e le angosce dei fratelli.

Buona Pasqua!

AUTORE: Elio Bromuri

1 COMMENT

  1. Grazie Don Elio, condivido al 100% la scelta e le sue motivazioni.
    Un saluto e un augurio di cuore a te e alla redazione.

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