La toponomastica aiuta a onorare le vittime della mafia, sollecitando ciascuno al massimo impegno per concorrere alla difesa della legalità, della trasparenza, del rispetto del vivere civile. Questo il significato della cerimonia svoltasi lunedì mattina nella sala trecentesca della residenza comunale.
Nel corso dell’evento – grazie all’iniziativa dell’associazione Libera e alla sensibilità dell’attuale Amministrazione – dieci vie cittadine sono state intitolate a Rita Atria, don Giuseppe Diana, don Pino Puglisi, Giuseppe e Salvatore Asta (due gemellini di 6 anni uccisi trent’anni fa insieme alla loro mamma Barbara Rizzi nell’attentato che aveva come obiettivo il giudice Carlo Palermo), Peppino Impastato, Placido Rizzotto, Carlo Alberto dalla Chiesa, Libero Grassi e Pio La Torre.
Hanno partecipato alla cerimonia il sindaco Filippo Maria Stirati, il prefetto Antonella De Miro, il presidente della Commissione regionale d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e le tossicodipendenze Paolo Brutti, Margherita Asta, Francesco Di Bacco, sindaco del Ccrr, e Federica Grandis dell’associazione Libera.
In sala, rappresentanti delle forze dell’ordine, il vescovo Mario Ceccobelli, gli studenti del liceo scientifico “G. Mazzatinti” e della scuola media “Mastro Giorgio – O. Nelli” che mostravano cartelli con la foto delle vittime e una breve cronistoria.
“Donne, uomini, sacerdoti, sindacalisti, bambini, giovani – ha ricordato Federica Grandis nell’introdurre la cerimonia -, dalle biografie diversissime, tenute insieme dal comune denominatore della violenza subìta e pagata con la vita. Non vuole essere semplicemente una celebrazione della memoria, ma un impegno morale per ricordare e onorare tutte le vittime e persone innocenti che la mafia ha ucciso”.
Il sindaco Stirati ha invitato a “lavorare per costruire un percorso di trasparenza e legalità”, mentre il prefetto De Miro ha parlato di “una giornata importante” e di “sangue non versato invano”. Da parte sua, Brutti ha sottolineato che “nella nostra regione non ci sono solo ‘infiltrazioni’ di criminalità organizzata, ma c’è un radicamento territoriale”.
Dopo il saluto di Di Bacco, il vescovo Ceccobelli ha ricordato di essere stato presente a Palermo nel giorno della beatificazione di don Puglisi, e ha ribadito che “l’intitolazione di queste vie fa onore alla nostra città”. Efficace e commovente l’intervento di Margherita Asta, sorella di Salvatore e Giuseppe, e figlia di Barbara Rizzo: testimonianza di un impegno coraggioso e generoso.