Il mese di marzo, che quest’anno porta con se anche il giorno della domenica delle Palme,scorre all’interno dei suoi 31 giorni molto belle ed illustri figure di santi.
Tra queste, una però spicca per la pietà e la devozione di cui è fatta oggetto, quella di San Giuseppe sposo della Vergine Maria.
Il culto di san Giuseppe fu introdotto molto tardi nella Chiesa, essendo necessario che fossero prima ben definite la Divinità del Redentore e la Maternità di Maria. Una prima traccia si trova in alcuni calendari Copti del secolo VIII-IX. In occidente,benché il santo Patriarca sia stato oggetto di lode da parte dei Padri, il suo culto si trova nel secolo XI. Nel secolo seguente i Crociati edificarono una grandiosa basilica a san Giuseppe nel luogo, dove la tradizione indicava la sua casa e la sua bottega. Il culto di san Giuseppe prese largo sviluppo dal 1400 anche per opera di Giovanni Gersone, san Bernardino da Siena, dei Francescani e dei Carmelitani.
Ad invocare il suo alto patrocinio hanno invitato i fedeli tra i più grandi santi della Chiesa come Alfonso de Liguori o santa Teresa d’Avila. Costei nella sua Autobiografia scrisse: “Non so come si possa pensare alla Regina degli Angeli e al molto da lei sofferto col Bambino Gesù, senza ringraziare san Giuseppe che fu loro di tanto aiuto”.
La santa Chiesa attraverso i Sommi Pontefici ha continuamente onorato (e tuttora onora) la figura di san Giuseppe, elevandolo a modello di pietà e devozione per tutti i fedeli.
Sisto IV inserì nel Messale la sua festa, con il grado di Rito semplice fissandola per il 19 marzo;
Gregorio XV la rese di precetto, mentre Clemente X la elevò a festa Doppia di seconda classe.
Il beato Pio IX il 10 settembre 1847 estese la festa di san Giuseppe a tutta la Chiesa, e l’8 dicembre 1870 lo proclamava ufficialmente Patrono della Chiesa universale. Papa Mastai Ferretti aveva saputo cogliere in san Giuseppe due aspetti straordinari: l’essere il Padre davidico del Redentore e lo Sposo della sua Vergine Madre. San Giuseppe viene chiamato ad esercitare i diritti e i doveri di vero Padre e di vero Sposo, compito questo che non termina colla morte terrena del santo, ma che prosegue nella vita della Chiesa fino alla fine dei tempi.
Leone XIII nell’enciclica Quamquam pluries del 15 agosto 1889 , dichiara solennemente che “tutti i Cristiani di qualunque condizione o stato, hanno ben motivo di affidarsi e abbandonarsi all’amorosa tutela di san Giuseppe.”. Nella stessa occasione papa Pecci concede l’indulgenza di 7 anni e 7 quarantene a tutti i fedeli ogni qual volta reciteranno l’Orazione “A te, o Beato Giuseppe, stretti nella tribolazione ricorriamo……”
Di san Giuseppe, san Giovanni XXIII – che volle il suo nome inserito accanto a quello della Vergine Maria nel Canon Missae – parlava spesso nei suoi discorsi ed allocuzioni. Come bonariamente rimproverava a san Pietro di “non essersi comportato troppo bene” nel momento in cui la triste vicenda del Cristo chiedeva aperto e leale appoggio, così raffigurava il falegname di Nazaret come un uomo taciturno, modesto, appartato, intento al duro lavoro. A lui il Papa Buono fece destinare l’Altare principale della crociera di sinistra della basilica vaticana, precedentemente dedicato alla crocifissione di san Pietro, e si recò egli stesso ad inaugurarlo. Nell’ occasione papa Giovanni si compiacque con l’artista Achille Funi di Milano, autore del disegno del mosaico posto sull’Altare, per aver raffigurato” finalmente un san Giuseppe dall’aspetto giovanile” .
In altra occasione, durante un udienza generale, notò come le chiese dedicate a san Giuseppe non fossero molte nel mondo e aggiunse, con tono di raccomandazione:” San Giuseppe bisogna tenerselo da conto! Sorpassa sant’Antonio ed altri Santi, ai quali è giusto che si conservi la venerazione: E’ ben vero ciò che sentivo dire sin da ragazzo, che cioè non si è mai sentito dire che qualcuno si sia rivolto a san Giuseppe senza ottener grazia.”
Questo per citare soltanto alcuni dei grandi Pontefici che all’interno del loro Magistero hanno riservato a san Giuseppe un posto di grande rilevanza.
Non si deve dimenticare poi,che tra i tanti patrocini del Padre-Custode di Gesù vi è anche quello degli agonizzanti, dai quali viene invocato, poiché soltanto san Giuseppe ebbe la felice sorte di essere assistito nel momento del trapasso da Gesù e Maria.
In virtù di tutto questo e di molto altro ancora, la Chiesa incoraggia da sempre i fedeli a rivolgersi a questo celeste patrono,con quella bella ed antica frase latina così scolpita nella mente e nel cuore dei buoni Cristiani da non aver bisogno di alcuna traduzione: Ite ad Joseph.