Un “Giardino nei giusti” nel vescovado di Assisi

ASSISI. Il cortile della Curia diventa sede di un’installazione in memoria di chi salvò ebrei e altri perseguitati
La presentazione della targa all’interno del cortile della curia di Assisi alla presenza di mons. Sorrentino
La presentazione della targa all’interno del cortile della curia di Assisi alla presenza di mons. Sorrentino

La memoria riveste una sua essenzialità soltanto se pervade la sana coscienza di chi vive nel presente. Senza tale presupposto, cerimonie e ricorrenze perdono il loro significato. Ricordare le vittime di persecuzioni e genocidi obbliga ciascuno a dare il suo contributo per debellare una situazione di violenza che sembra espandersi in ogni angolo della terra.

Anche Assisi – che recentemente, a testimonianza di una vocazione universale, ha dedicato attenzione all’esodo dei giuliano-dalmati e delle foibe – ha calorosamente partecipato alla Giornata europea dei giusti.

Chi sono i “giusti”? In senso stretto, in questa accezione, si intendono coloro che abbiano salvato ebrei durante il nazismo; ma in senso più esteso, tutti coloro che abbiano salvato anche altri popoli e difeso etnie, e coloro che continuano ancora oggi quest’opera umanitaria.

Un approfondimento del concetto di “giusto” è stato proposto da Salvatore Pennisi, rappresentante della Gariwo onlus, fondata nel 2001 con lo scopo di realizzare piccole foreste e giardini nei luoghi di genocidi e crimini contro l’umanità.

L’ingresso di Assisi nella dimensione prospettata si è concretizzata nel cortile della residenza vescovile, trasformato con addobbi floreali e olivi in un giardino: primo in Umbria, con l’auspicio avanzato da Alberto Krachmalnicoff – membro di una famiglia salvata durante la guerra – che possa costituire esempio anche per altre città.

Il cortile della Curia: uno spazio non casuale, dato che proprio nell’episcopio si concentrò l’attività clandestina a favore degli ebrei, diretta dal vescovo Giuseppe Placido Nicolini, strettamente coadiuvato da don Aldo Brunacci e da un nucleo di religiose, religiosi, sacerdoti e laici. “Riappropriarsi del bene attraverso ogni iniziativa volta a mettere in risalto valori positivi”: questo il monito del vescovo Sorrentino a favore di un cammino verso il dialogo e la riconciliazione.

L’assessore alla pubblica istruzione Serena Morosi si è soffermata sul coinvolgimento del mondo scolastico, condiviso anche dalla curatrice del Museo della Memoria, Marina Rosati, che dichiara: “Si sta perseguendo l’obiettivo di promuovere, oltre all’afflusso di studenti locali, un pacchetto turistico inclusivo, almeno per le gite scolastiche, di un incontro diretto con i protagonisti dei drammatici eventi. Occorre peraltro offrire una più accentuata visibilità ai due ‘giusti’ che si sono aggiunti dallo scorso anno: suor Ermella Brandi, superiora delle Stimmatine, e suor Giuseppina Biviglia, badessa del monastero di San Quirico”.

AUTORE: Francesco Frascarelli