“La Settimana santa come tempo propizio perché la fede divenga più vigile e coraggiosa”. Con queste parole l’arcivescovo mons. Chiaretti ha dato il senso alle celebrazioni che si sono aperte con la Domenica delle Palme. In cattedrale, domenica 13 aprile, presente una delegazione di cittadini di Carpineto Romano, paese natale di Gioacchino Pecci, ha voluto ricordare l’ arcivescovo poi divenuto papa con il nome di Leone XIII.
Mons. Chiaretti ha poi parlato di pace, della vita che va vissuta creando società di pace. “È anche questo il significato di quel ramoscello d’ulivo che portiamo nelle nostre case – ha proseguito mons. Chiaretti – (…). Proprio in questi giorni di grande turbamento per una pace che non c’è, a causa dei circa settanta conflitti nascosti che insanguinano la terra, sentiamo il bisogno di rinnovare l’impegno di essere, ognuno nel suo ambiente e con le sue responsabilità anche pubbliche, ‘costruttori di pace'”.
La messa crismale del mercoledì santo ha dato l’occasione all’Arcivescovo anche per un’autocritica. O meglio, è l’anniversario che celebra, il suo ventesimo di consacrazione episcopale che lo ha richiamato ad una riflessione tutta personale: “Vi garantisco che questo anniversario – ha confessato mons. Chiaretti davanti a tutti i sacerdoti della diocesi presenti in cattedrale – mi sta creando molti problemi interiori, nel senso che mi mette sotto gli occhi tutti i limiti, le inadempienze, le non corrispondenze all’alto compito cui Dio mi ha chiamato in momenti non facili per la Chiesa, quando il vecchio non regge più e il nuovo non si scorge ancora”. E da qui è partita una sentita esortazione, non solo a se stesso ma a tutta la Chiesa diocesana riunita: è ora di “un nuovo slancio missionario”, di “iniziative più coraggiose e innovatrici, sul modello dell’itineranza di casa in casa e della costituzione di piccoli nuclei di credenti”.
C’è bisogno di “una carica profetica più forte” tra i chiamati al ministero ordinato, di “avere più intraprendenza, più coraggio, più zelo, più profezia e meno burocrazia”, ha esortato l’Arcivescovo. Infine, toccando i temi della preghiera, del rosario nell’anno ad esso dedicato, e della pietà eucaristica, mons. Chiaretti ha introdotto la nuova lettera enciclica di Giovanni Paolo II Ecclesia de Eucaristia, esortando alla riflessione sull’arte del celebrare: “La liturgia ben celebrata e ben vissuta, (…) è essa stessa via e occasione di evangelizzazione!”.
Il triduo pasquale, in cattedrale, si è aperto con la liturgia In Coena Domini, alle 18,00. Sono stati dodici giovani disabili, ospiti degli istituti “Don Guanella” di Perugia e “Villa Nazarena” di Pozzuolo Umbro a ricevere da mons. Chiaretti la lavanda dei piedi. Il 2003, infatti, è l’anno che la Chiesa ha dedicato ai portatori di handicap e con questo gesto l’Arcivescovo ha voluto sottolineare quanto la Chiesa tenga a questi suoi “piccoli”. Al termine l’adorazione eucaristica all’altare della reposizione che si è protratta fino alla mezzanotte. Prosegue con la celebrazione del venerdì santo, il rito dell’adorazione della Croce, in cattedrale, alle 18.00. Alle 20.30, Via Crucis per il centro storico della città, la quale sarà aperta e chiusa da una sacra rappresentazione di alcuni giovani volontari della Caritas. La sera del Sabato santo l’inizio della Veglia pasquale sarà alle 22.00, nel chiostro superiore della cattedrale, con il rito della benedizione del fuoco e accensione del cero pasquale. Durante la celebrazione, cinque adulti italiani e stranieri riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana, e a due bambini sarà conferito il Battesimo. Anche una reclusa del carcere femminile, preparata dal cappellano don Sauro Scarabattoli, sarà battezzata.