Il 26 febbraio si è tenuto a Perugia, a villa Sacro Cuore, un seminario su “Welfare, dal desiderio al cambiamento possibile”, su iniziativa della cooperativa sociale Polis e della residenza protetta “Creusa Brizi Bittoni” di Città della Pieve. L’incontro si è aperto con la visione del filmato Si bene prospicias mira videre potes (“Se guardi bene, vedrai delle meraviglie”), girato dall’associazione “Perugia ieri, oggi, domani”, che mostra il capoluogo da prospettive inusuali: un invito al cambiamento, a una “inversione di rotta” nell’ambito del welfare, tema centrale del seminario.
Il primo intervento, di Vincenzo Cappannini, presidente della residenza protetta, ha toccato vari aspetti della società attuale, sempre più incentrata sull’individualità. “Il bene comune – ha affermato – deve essere concepito come un fiume comune al quale confluire. Il condiviso senso di responsabilità nei confronti della società ci ha spinto a proporci come promotori di questo momento per un dibattito oggi sempre meno frequente, ma che deve divenire vivo e costruttivo”.
La persona, ha aggiunto, “deve essere al centro nella concretezza delle sue relazioni sociali e familiari; non il denaro, che da fine deve tornare a essere mezzo, per sperare di realizzare il welfare del presente e del futuro… Ognuno deve riprendersi le proprie responsabilità che, attualmente, vengono scaricate in maniera dilagante da individuo a individuo, e questo circolo rischia di essere infinito”.
Ha preso poi la parola Johnny Dotti, presidente di Welfare Italia, il quale ha rimarcato l’importanza della partecipazione, ricordando che non basta l’osservazione per cambiare le cose: “Dobbiamo guardare questo tempo senza tirarci fuori da ciò che si osserva, dobbiamo essere consapevoli di ciò che ci chiede”. Ha inoltre sottolineato il ruolo fondamentale che ricoprono le nuove generazioni, che devono essere introdotte nella realtà alla svelta, perché questo è quello che la società attuale chiede loro. “Il welfare reggerà dentro una pluri-generazione di forme che si prendono a cuore impegni comuni”.
È intervenuto poi il sindaco di Perugia Andrea Romizi, che ha evidenziato l’importanza della capacità di reinventarsi, senza la quale si continua ad andare avanti senza prospettive e visioni. Ad esempio, ha rimarcato che è necessario reinventare la partecipazione, per la quale non bastano assemblee e interventi sui social network per raggiungere dei risultati. “Mancano idee e creatività. Non generiamo più, ci siamo tutti un po’ ‘burocratizzati’, anche all’interno delle cooperative, nelle quali vanno riscoperti i motivi che hanno generato la cooperazione… Si deve tornare a ragionare come soggetti protagonisti. Lo stesso rapporto tra Amministrazione e Terzo settore deve essere modificato. Noi oggi non esprimiamo il potenziale che potremmo esprimere”.
Ha preso quindi la parola Marco Bertani di Ansdipp, che ha rimarcato l’importanza di creare alleanze ‘opportunistiche’ tra realtà diverse, sottolineando – anche lui – il compito che i giovani rivestono nei confronti della società.
È seguito l’intervento dell’economista Pierluigi Grasselli che, a proposito della necessità di partecipazione, ha detto che dovrebbe essere una forma di esperienza nuova, che coinvolga in un confronto continuo e sistematico tutti gli “attori del gioco”, pubblici e privati.
Nel suo intervento Pino Frau, direttore del Distretto socio-sanitario Cagliari – Area vasta, ha presentato il funzionamento del punto unico d’accesso, ricordando che “il welfare non va visto come un costo ma come un investimento”.
Paola Casucci, della Direzione regionale salute e coesione sociale, ha poi illustrato la creazione di un percorso assistenziale regionale per il cittadino, che segue le direttrici di integrità ed equità. Percorso informativo-informatizzato per la Regione, che unisca ambito sociale e sanitario: un sistema che permette un’integrazione tra le parti.
Ha concluso il seminario Gianfranco Piombaroli, presidente della cooperativa Polis, il quale, dopo aver ribadito i punti salienti degli interventi precedenti, ha detto: “Siamo qui per comprendere se e in che misura possiamo costruire nuove prospettive, perché tutto sta cambiando, e noi ci dobbiamo adeguare al cambiamento”.