Che cosa c’è di umano nel cuore di quei fanatici che uccidono gli “infedeli” dopo averli presi in ostaggio, e se ne vantano come se avessero fatto qualcosa che rende migliore il mondo? E come rispondere a questo fanatismo, dato che quelli non arretrano neppure davanti al rischio della vita, sicuri come sono di meritare il paradiso? Vedendo quelle immagini e leggendo quei racconti ci sentiamo lontani da loro come se non appartenessero all’umanità e neppure a questa Terra. Ma non è così.
È vero che il Vangelo ci insegna tutt’altro: il perdono, la riconciliazione, l’amore per il nemico. Ma i cristiani quel Vangelo lo hanno tradito molte volte. Com’è stato possibile? Ci aiuta a capirlo un libro di cinquant’anni fa, Il Cristo dilacerato, del grande pensatore cattolico Jean Guitton. È una breve storia delle cento eresie del cristianesimo, basata sul concetto che il fanatismo è un’eresia, e ogni eresia porta al fanatismo. Il fanatismo divide il mondo in buoni (pochi) e cattivi (tanti), e t’insegna a stare dalla “parte giusta”.
Ti dà poche regole, dure da osservare, ma chiare e semplici; ti chiede grandi sacrifici, ma ti libera dalla responsabilità di pensare e di scegliere. Se osservi ciecamente quelle quattro regole – dice Guitton – ti troverai forse a uccidere tua madre, ma sai di essere un giusto destinato alla gloria eterna, mentre tutti gli altri saranno dannati. Le tue mani saranno lorde di sangue, ma il tuo cuore sarà in pace. Il Vangelo è tutto il contrario di questo: non ti dà risposte precostituite né false sicurezze, ti dà il comandamento dell’amore, e ogni giorno, ogni momento, devi interrogare la tua coscienza per scoprire dove quel comandamento ti conduce.
Il Vangelo ti vuole libero e responsabile. Come tutte le sintesi storiche, anche questa tesi di Guitton ha i suoi limiti, ma è affascinante; e non a caso Paolo VI volle quel filosofo come consulente laico (il primo) del Concilio. Oggi quel pensiero ci dà una chiave di lettura per interpretare fatti così orrendi dei quali non sapremmo altrimenti vedere la ragione.
La storia di Gesù è quella di un uomo libero. Libero dalla idolatria della ricchezza, dalla ricerca del Potere, dalla stessa religiosità tradizionale del suo Popolo. Perciò divenne consapevole di ciò che lo attendeva dagli uomini: la Croce!
Se non fosse anche Risorto, la Croce sarebbe un abominio.
Saprò seguire Gesù?!