Festa di san Costanzo, patrono della città e dell’Archidiocesi, celebrata nel segno della pace e tranquillità simboleggiate dall’antica “Luminaria” resa più solenne quest’anno dal corteo formato da un centinaio di figuranti in costume medioevale, appartenenti alle associazioni del Palio di Città della Pieve e dei Balestrieri di Assisi.
Mercoledì 28, alle 17.30 lo squillo delle clarine (suono inusuale nella medievale Perugia) ha annunciato la lettura del bando dei Priori che sette secoli fa fu emandato per spiegare il senso di questa celebrazione festosa. Con questa processione di popolo di Dio, scriveva l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Chiaretti che molto ha fatto per ripristinare quest’antica tradizione, si voleva salvaguardare ed accrescere la pace e la tranquillità della città, ed oggi di tutto il mondo essendo Perugia sempre più multiculturale, multietnica e multireligiosa.
Nonostante il vento gelido la partecipazione del popolo mercoledì sera non è mancata e nella chiesa di San Costanzo si è celebrato il vespro e ripetuto l’omaggio votivo al Santo patrono dei quattro “simboli”: la corona d’alloro, da parte della polizia municipale; il cero, da parte del sindaco; il torcolo da parte degli artigiani e commercianti; l’incenso, da parte del Consiglio pastorale parrocchiale.
Sul tema della pace e della concordia il Cardinale ha incentrato l’omelia della celebrazione della festa, in cattedrale. Ricordando Costanzo quale testimone per aver “custodito” la fede fino ad affrontare il martirio per Cristo, l’Arcivescovo ha attualizzato l’esempio del Patrono.
“Costanzo ci dice ‘vi scongiuro, conservate la pace fra voi. Pace e concordia. La pace guarda di più sul versante della società, la concordia evoca l’armonia dei cuori e degli intenti ed è sul versante delle persone”. Poi, richiamando le parole di Papa Francesco nel viaggio a Manila, ha ammonito: “ogni minaccia alla famiglia è una minaccia alla società stessa” invitando a “custodire” le famiglie e a opporsi alla “colonizzazione culturale o ideologica della famiglia”, al tentativo di ridefinirne l’identità fino a cancellare la stessa istituzione del matrimonio. Pericoli reali ai quali, però, occorre rispondere con “grande vigilanza per conservare la concordia e la pace necessarie alla stessa vita politica” ha detto Bassetti.
Dalle parole del Cardinale è emersa una indicazione sul modo “cristiano” di essere presenti nello spazio pubblico. “La concordia è lo stile nobile di una politica alta, che guarda al futuro della città, e sa riconoscere le istanze costruttive provenienti da qualsiasi parte”. La Concordia, ha aggiunto, “è la sintesi di una politica previdente e intelligente, capace di aprire direzioni nuove e non rassegnata ad un amaro declino, la concordia – ha aggiunto – è scevra da ogni demonizzazione, è rispettosa di ogni persona e rivela lo stato di salute di una città che voglia chiamarsi comunità”.
“Per questo – ha concluso Bassetti – è necessario mettere da parte quell’‘uomo contro’ che è dentro di noi, critico di tutto e di tutti, che si veste di ostilità nei confronti di ciò che sta oltre la propria appartenenza affettiva, ideologica o partitica. Il vero nemico della pace e della concordia è quell’‘uomo contro’ il quale invece di acquistare con gli anni la sapienza di un cuore misericordioso, comprensivo, magnanimo, lascia crescer la durezza dell’intolleranza, del sospetto, del rifiuto dell’altro”.
Nel giorno di San Costanzo il sindaco Andrea Romizi e il cardinale Bassetti hanno pranzato con gli ospiti e i volontari del Punto di ristoro sociale Comune-Caritas “San Lorenzo” situato in via Imbriani, in pieno centro storico.
GALLERIA FOTOGRAFICA
Foto Andrea Coli
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