L’impegno per la pace è per tutti. Al Centro ecumenico San Martino di Perugia il pomeriggio del primo gennaio un nutrito gruppo di persone ha partecipato all’incontro di riflessione sul messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace. Imprevisto e gradito ospite l’arcivescovo cardinale Gualtiero Bassetti che si è trattenuto ad ascoltare la presentazione del messaggio, fatta dal direttore de La Voce mons. Elio Bromuri e la testimonianza dell’esule siriano l’architetto Mouaffak Dougmann. Aprendo l’incontro promosso da diverse associazioni cattoliche in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale sociale e il lavoro, la giustizia e la pace, il direttore dell’Ufficio mons. Fausto Sciurpa ha richiamato l’esigenza di riappropriarsi delle parole che costruiscono la pace (da incontro a dialogo) e ritrovare “in Dio la radice che ci fa fratelli e non utilizzare Dio per essere contro i fratelli”.
Ripercorrendo il testo del messaggio di Papa Francesco mons. Bromuri ha sottolineato l’esigenza di un impegno comune per sconfiggere la schiavitù (tema del Messaggio) per in quale il Messaggio offre indicazioni concrete, a cominciare dall’invito a “sconfiggere l’indifferenza”.
L’ospite siriano, l’architetto Mouaffak Dougmann, professore universitario nella Facoltà di Architettura di Damasco che è stato sindaco della stessa città, ha portato la sua testimonianza di cittadino siriano costretto a rifugiarsi in Marocco con sua moglie e la loro bimba di nove anni di nome Naya in seguito alla guerra. Ha parlato da credente musulmano che ha vissuto in un Paese che ha una storia di civiltà antichissima e in cui hanno convissuto “più di 18 credenze religiose” e nel quale oggi ci sono 3 milioni di bambini che hanno perso casa e identità”. “Sono orgoglioso – ha detto – di aver lavorato per Maalula, una città a nord di Damasco dove ancora si parla la lingua di Gesù, l’aramaico”. L’architetto Mouaffak era in Italia per incontrare il collega e amico Michele Bilancia fondatore dell’associazione “Radici di pietra”, con il quale avevano collaborato in Siria per la tutela delle città antiche.
Il Papa ci chiama a passare dalla “globalizzazione dell’indifferenza alla globalizzazione della solidarietà” ha detto il cardinale Bassetti, sottolineando come il racconto di un testimone consente di dare un volto e un nome alla massa di informazioni che quotidianamente riceviamo e che rischiano di lasciarci nell’indifferenza.
Stella Cerasa attingendo alla sua esperienza quotidiana al Centro di ascolto Caritas di Perugia, ha aggiunto volti e nomi che hanno fatto uscire dall’anonimato le vittime delle moderne schiavitù denunciate dal Papa nel suo messaggio. “Spesso le donne incinte che arrivano sui barconi portano i figli di chi le ha schiavizzate nei lunghi mesi del viaggio verso l’Italia” ha detto, raccontando di aver seguito telefonicamente per 18 mesi il viaggio infinito della sorella di una donna africana che vive in Italia.
Dopo l’incontro i presenti hanno partecipato alla messa per la pace celebrata dal cardinale Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo.