All’udienza generale di mercoledì, Papa Francesco ha ricordato di aver concluso il ciclo di catechesi sulla Chiesa. “Adesso – ha proseguito – iniziamo una nuova tappa, un nuovo ciclo, e il tema sarà la famiglia, che si inserisce in questo tempo intermedio tra due assemblee del Sinodo dedicate a questa realtà così importante. Perciò, prima di entrare nel percorso sui diversi aspetti della vita familiare, oggi desidero ripartire proprio dall’assemblea sinodale dello scorso mese di ottobre, che aveva questo tema: ‘Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto della nuova evangelizzazione’. È importante ricordare come si è svolta e che cosa ha prodotto.
Durante il Sinodo i media hanno fatto il loro lavoro, e li ringraziamo perché lo hanno fatto anche con abbondanza… Ma spesso la visione dei media era un po’ nello stile delle cronache sportive o politiche: si parlava spesso di due squadre, pro e contro, conservatori e progressisti, eccetera. Oggi vorrei raccontare quello che è stato il Sinodo.
Anzitutto ho chiesto ai Padri sinodali di parlare con franchezza e coraggio e di ascoltare con umiltà, dire tutto quello che avevano nel cuore, con coraggio. Nel Sinodo non c’è stata censura previa. Ognuno poteva, di più!, doveva dire quello che aveva nel cuore, quello che pensava sinceramente”. E ha aggiunto a braccio: “‘Ma, padre, questo farà discussione!’. È vero, abbiamo sentito come hanno discusso gli apostoli… si sgridavano fra loro, gli apostoli, sì!… Sempre, quando si cerca la volontà di Dio, in un’assemblea sinodale, ci sono diversi punti di vista e c’è la discussione. E questa non è una cosa brutta, purché si faccia con umiltà e con animo di servizio all’assemblea dei fratelli”.
“Nessun intervento – ha precisato il Papa- ha messo in discussione le verità fondamentali del sacramento del matrimonio, cioè l’indissolubilità, l’unità, la fedeltà e l’apertura alla vita. Questo non è stato toccato…
I gruppi [di lavoro], come sempre, erano divisi per lingue, perché è meglio così, si comunica meglio: italiano, inglese, spagnolo e francese. Ogni gruppo alla fine del suo lavoro ha presentato una relazione, e tutte le relazioni dei gruppi sono state subito pubblicate. Tutto è stato dato: c’era la trasparenza, perché si sapesse quello che accadeva…
Come sempre, è stato approvato anche un Messaggio finale del Sinodo… Questo è stato lo svolgimento dell’assemblea sinodale… Tutto è avvenuto cum Petro et sub Petro, cioè con la presenza del Papa, che è garanzia per tutti di libertà e di fiducia, e garanzia dell’ortodossia. E alla fine, con un mio intervento, ho dato una lettura sintetica dell’esperienza sinodale…
Dobbiamo sapere che il Sinodo non è un Parlamento: viene il rappresentante di questa Chiesa, di questa Chiesa, di questa Chiesa… No, non è questo. Viene il rappresentante, sì, ma la struttura non è parlamentare, è totalmente diversa. Il Sinodo è uno spazio protetto affinché lo Spirito santo possa operare. Non c’è stato scontro tra fazioni, come in Parlamento, ma un confronto tra i Vescovi, che è venuto dopo un lungo lavoro di preparazione e che ora proseguirà in un altro lavoro, per il bene delle famiglie, della Chiesa e della società…
Ora la Relatio torna nelle Chiese particolari e continua in quelle Chiese il lavoro di preghiera, riflessione e discussione fraterna al fine di preparare la prossima assemblea. Questo è il Sinodo dei vescovi. Lo affidiamo alla protezione della Vergine nostra madre. Che lei ci aiuti a seguire la volontà di Dio prendendo le decisioni pastorali che aiutino di più e meglio la famiglia. Vi chiedo di accompagnare questo percorso sinodale fino al prossimo Sinodo con la preghiera. Che il Signore ci illumini, ci faccia andare verso la maturità di quello che dobbiamo dire a tutte le Chiese come Sinodo”.