Quando Papa Francesco, alle 18.20 circa del 7 dicembre, ha fatto la sua apparizione da Santa Marta anche sui maxi-schermi installati in una piazza 40 Martiri stracolma di gente e attraversata da un forte sentimento di commozione e attesa, un applauso spontaneo e caloroso è partito al suo indirizzo. Era il momento più atteso della cerimonia di accensione dell’Albero di Natale più grande del mondo, per la quale era stata riservata una “finestra” sul popolare programma di Rai Uno Domenica In. Curata, come un primo collegamento dedicato a descrivere città e manifestazione, da Lorena Bianchetti. Un’attenzione che, al di là dei pur importanti risvolti mediatici, la dice lunga sulla considerazione acquisita dalla genialità, spiritualità e sensibilità eugubina che dal 1981 “disegna” sul monte Ingino – con oltre mesi di lavoro garantito da volontari di ogni età e ceto, otto chilometri di cavi, 700 sorgenti luminose, 1.350 tra spine e collegamenti – quell’albero di luci diventato tra i simboli più apprezzati del Natale. Proprio la “luce del Natale” è stata la linea guida del messaggio di Papa Francesco agli eugubini e ai telespettatori, introdotta da un “buonasera” che ha instaurato subito un clima di amicizia e di confidenza: “Vi auguro un santo, felice Natale”. Prendendo spunto dalla “luce che andremo ad accendere” ha richiamato e sviluppato il concetto del Natale festa della luce. “Senza luce non c’è Natale. Che ci sia la luce nell’anima, nel cuore, che ci sia la luce del perdono, che non ci siano inimicizie”, espressione delle “tenebre”. Dopo apprezzamenti al Comitato degli alberaioli per “il dono bello che mi avete regalato, che ricambio con calorosi auguri di pace e felicità”, ha proseguito: “Se avete qualcosa di scuro nell’anima, chiedete perdono al Signore per pulirla. Dio perdona tutti”. Quindi prendendo in mano il tablet con un pulsante, grazie al quale ha immesso nel circuito l’energia elettrica che ha disegnato immediatamente l’Albero, ha aggiunto: “Che la luce sia nei vostri cuori, nelle vostre famiglie, nella vostra città. Con questo augurio accendiamo la luce”. Ha poi impartito la santa benedizione concludendo con un “buon Natale e pregate per me”. “Grande emozione e belle parole con il quale il Santo Padre ci ha ricordato e richiamato la luce di Gesù”, ha commentato il vescovo mons. Mario Ceccobelli, presente sul palco allestito in piazza 40 Martiri accanto al sindaco Filippo Stirati (che ha espresso un “profondissimo apprezzamento per gli straordinari volontari protagonisti di una iniziativa che onora la città”), al presidente del Comitato, Lucio Costantini, alla vice presidente della Giunta regionale Carla Casciari, ad assessori regionali, parlamentari umbri, autorità civili e militari, rappresentanti del folklore e delle tradizioni eugubine, tra cui gli Sbandieratori che hanno proposto numeri altamente spettacolari e significativi.
Sui mass media
La cerimonia dell’accensione ha avuto ampi risvolti mediatici, grazie soprattutto alla diretta di Rai Uno su Domenica In. Successi e consensi anche per la diretta di Trg, rilanciata in streaming in tutto il mondo, condotta da Giacomo Marinelli Andreoli con ospiti in studio e collegamenti da piazza 40 Martiri di Elisa Neri. Oltre all’accensione, sono andati in onda servizi su Gubbio, Assisi e Papa Francesco (Assisi e Gubbio – Con il Papa sui passi di Francesco è anche il titolo di un volume curato da Maria Vittoria Ambrogi e Giambaldo Belardi), testimonianze delle comunità degli umbri all’estero (Thionville in Francia, Jessup negli Usa, Buenos Aires in Argentina e Sydney in Australia) e Radio Belgrano di Buenos Aires.
Il dono al Papa
A Papa Francesco, in segno di affetto e gratitudine, è stato donato un elaborato che sintetizza l’artigianato artistico eugubino: un’opera in ceramica di Giampietro Rampini costituita dall’albero con la cometa, dal rosone della chiesa di San Francesco, e l’incontro tra il Santo e il lupo. Il tutto su base di pietra, contenuto in una teca in legno degli ebanisti Minelli, con vetro soffiato e intarsi ispirati a quelli del coro della chiesa di San Domenico. Il tutto accompagnato dal saluto del Comitato, miniato su carta di cotone dalle edizioni Unaluna.