La scienza condanna l’esperimento dei Raeliani

Dopo l'annuncio della clonazione di una bambina alla quale sarebbe stato dato il nome di Eva

Il 2002 s’è concluso con una notizia shock per l’umanità. Quello della setta dei Raeliani che ha annunciato di aver clonato una bambina alla quale è stato dato il significativo nome di Eva: con essa nasce una “nuova umanità”. Potrebbe essere tutto un “bluff”, ma potrebbe essere anche tutto vero. Rabbrividiamo. La scienza umana ha raggiunto livelli, solo pochi decenni fa, impensabili. Ora è in grado di produrre un essere umano in laboratorio e persino di clonarlo. Forse molti non si rendono ancora conto dell’indicibile rischio che corre la comunità umana con questi esperimenti, soprattutto se dettati da interessi economici e di potere. In passato lo straordinario successo della scienza in campo atomico ha già portato l’umanità sull’orlo dell’annientamento: solo un sussulto di coscienza etica ha scongiurato il pericolo (peraltro non ancora scomparso). Oggi siamo nelle stesse condizioni in un settore ancor più delicato della scienza umana. Occorre un nuovo sussulto etico per condannare tali esperimenti come crimini contro l’umanità. L’ha chiesto anche il ministro Sirchia. L’uomo è in grado oggi di produrre una persona in laboratorio. Lo può fare utilizzando seme e ovuli di soggetti che non si son mai visti e conosciuti, di persone che potrebbero – in teoria – averli venduti o comprati. Inutile ormai il meraviglioso processo d’intimità e d’amore che in due sposi genera un figlio. Qualcuno chiede che ne possano beneficiare addirittura le “coppie” di omosessuali. Incredibile, ma vero. L’uomo diventa padrone della vita. E chi sarà o saranno in futuro questi padroni? Ora la scienza può fare ancora un passo avanti: arrivare alla clonazione dell’essere umano. Non solo gli toglie il diritto di nascere all’interno di una coppia che si ama, ma anche quello della propria identità. Siamo alla più sofisticata e globale forma di schiavitù. Tutti gli ambienti, scientifici, politici, sociali, si sono ribellati ad una simile ipotesi e hanno condannato l’esperimento blasfemo dei Raeliani. Ma qualcuno, tra cui un ex-ministro della Repubblica, ha affermato che la clonazione praticata per finalità terapeutiche sarebbe un bene. Non importa se gli embrioni, utilizzati come “materiali biologi” sono in realtà esseri umani nella fase iniziale del loro sviluppo. La propaganda buonista punta sugli effetti positivi che l’idea avrebbe sulla salute di tante persone e la gente si convince. Del resto gli embrioni non si vedono, non si toccano, non parlano. La perdita del senso della dignità e del mistero della persona umana genera indicibile violenza. Giorgio ZucchelliAmci: divieto assoluto di clonazioneLa clonazione umana è una tecnica riproduttiva moralmente inaccettabile e riprovevole. Non può avere alcuna legittimazione né umana né cristiana, perché contraddice la verità e la dignità del generare umano. E’ infatti una riproduzione asessuale e agamica, che non solo prescinde dall’apporto genetico dell’altro sesso ma anche dalla comunione sessuale di un uomo e una donna. Il clone è il duplicato biologico, cioè fotocopia, dell’individuo da cui è stato prelevato il nucleo, creando in fondo una variante della specie umana. In quanto tale, la clonazione disconosce fondamentali diritti della persona. Anzitutto il diritto a nascere dall’unione sessuale e in modo rispondente alla verità del generare umano; il diritto a un’identità genetica, unica ed irripetibile, e a un’età anagrafica propria e non di un altro; il diritto ad essere generato e non replicato e perciò a venire al mondo come “figlio” non come “clone” di qualcun’altro. La clonazione quindi spezza i vincoli generazionali. E’ l’espressione deteriore e perversa della tecnicizzazione e cosificazione in atto del generare umano. Dietro la clonazione umana non c’è alcun amore per la vita. C’è il delirio d’onnipotenza di chi vuole piegare la vita ai suoi interessi e ad un protagonismo sfrenato, speculare sulla follia narcisistica di chi vuol farsi replicare. Inoltre le non poche e preoccupate riserve mediche legate alla pratica della clonazione e alla salute del clonato concorrono ad aggravare la scelleratezza di una pratica procreativa che nessuna deontologia e morale medica può approvare, che ogni coscienza amante della vita deve ricusare ed ogni tutore del bene comune deve contrastare.L’Associazione medici cattolici italiani (Amci) auspica fortemente una rapida approvazione da parte del Senato della Legge sulla “Procreazione medicalmente assistita” così come emanata dalla Camera dei Deputati e che prevede il divieto assoluto della clonazione.

AUTORE: Domenico Di Virgilio