Mercoledì sono andati in circa 600 a Roma per manifestare davanti all’Ambasciata tedesca. Obiettivo degli operai delle acciaierie di Terni era di esporre all’ambasciatore le motivazioni della protesta e chiedere un intervento sulla multinazionale Tk-Ast.
Obiettivo raggiunto con le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) ricevute dal portavoce dell’ambasciatore.
A quel punto i dimostranti si sono mossi, in gruppo, per raggiungere la sede del Ministero dello sviluppo economico in cui era in corso un incontro tra il ministro Federica Guidi e l’amministratore delegato della Tissen Krupp Lucia Morselli.
Nel tragitto, però, al momento di attraversare piazza Indipendenza si sono verificati gli scontri con la Polizia in cui sono rimasti feriti sette manifestanti. Quando il corteo dei lavoratori ha potuto raggiungere il Ministero l’incontro tra Guidi e Morselli era già finito.
Le scene dello scontro hanno suscitato le durissime le reazioni di politici e sindacalisti mentre il Vescovo di Terni ha invitato ad avere “nervi saldi e lucidità mentale” per “mettere in atto strategie efficaci senza cedere alle provocazioni” (vedi il testo qui sotto). Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha chiesto al Ministro dell’Interno Angelino Alfano di accertare le responsabilità, mentre il ministro guidi ha convocato per giovedì 30 ottobre (mentre il nostro giornale va in stampa) le organizzazioni sindacali per fare il punto della vertenza alla luce degli ultimi sviluppi.
E alla fine della giornata Ast ha diffuso una nota in cui “accoglie le sollecitazioni del ministro Guidi a proseguire ed a intensificare le trattative in corso con le organizzazioni sindacali, anche presso sedi istituzionali, con l’intento di valutare tutte le opzioni possibili che possano portare al raggiungimento degli obiettivi di ristrutturazione economica e rilancio industriale nel rispetto degli iniziali obiettivi economici definiti e conferma di ritenere necessarie riduzioni di costi, fra cui il costo del personale, per circa 100 milioni di euro”.
Nella nota dell’Ast si parla anche di possibile “percorso alternativo” che possa garantire contemporanemente risparmi e lavoro ma ribadisce anche che se non sarà compatibile con il “previsto contenimento dei costi” “dovrà adottare le misure previste nel piano già presentato lo scorso 17 luglio”. Che prevede 550 licenziamenti su 2600 lavoratori.