È un’immigrazione che cerca la stabilizzazione e che sta pagando, più che altrove, il peso della crisi e della mancanza di lavoro. Questa la fotografia della popolazione straniera residente in Umbria tracciata dal Dossier statistico immigrazione 2014 “Dalle discriminazioni ai diritti”. Il rapporto è stato presentato mercoledì mattina a Perugia presso la sede della Giunta regionale a palazzo Donini, in contemporanea con la conferenza di Roma e degli altri capoluoghi di Regione.
La situazione umbra riconferma un dato ormai noto: l’incidenza degli immigrati nella nostra regione è fra le più alte d’Italia, l’11,1% dell’intera popolazione, ben al di sopra dell’8,1% della media nazionale. Si tratta in prevalenza di donne, e i Paesi maggiormente interessati sono soprattutto Romania, Albania e Marocco.
Effetti della crisi
La crisi economica ha comunque attenuato la crescita dei flussi, come confermato anche dalla diminuzione del numero dei permessi rilasciati per la prima volta durante l’anno. In base ai dati della questura di Perugia, infatti, si è passati dai 21.178 permessi del 2012 ai 19.650 del 2013, con un particolare decremento di quelli per lavoro, che sono calati da circa 15 mila a poco meno di 11 mila.
La disoccupazione infatti pesa moltissimo sugli stranieri che risiedono in Umbria: si attesta al 20,7%, quasi 12 punti in più di quella degli italiani (8,5%), tanto che un terzo dei disoccupati della regione sono immigrati, uno dei dati più critici del nostro Paese.
I più colpiti sono gli uomini, che hanno visto diminuire le opportunità di lavoro, in particolare nel settore edile. Cresce viceversa la presenza delle donne straniere nel mercato del lavoro: il 17,1% contro l’11,8% degli uomini.
In controtendenza il dato circa le imprese di immigrati che, usciti dal mercato del lavoro come dipendenti, vi sono rientrati da imprenditori o liberi professionisti. Le imprese di stranieri sono infatti il 7,8% sul totale regionale, e nel 2013 hanno conosciuto un saldo positivo tra quelle avviate e cessate durante l’anno (+271 unità, pari al 3,3%, su una media nazionale del +4,1%), in controtendenza con le imprese italiane, il cui saldo è negativo (-1,4%).
Multiculturalità
La multiculturalità in Umbria è ormai una realtà assodata. Basti pensare che, dei 7.375 nuovi nati del 2013, 1.444 sono stranieri, con un’incidenza del 19,6% sul totale dei nati, ossia 4 punti in più rispetto al 15,1% della media nazionale. Questa situazione si ritrova speculare anche nelle scuole, dove nell’anno 2013-2014 sono stati 17.341 gli studenti stranieri, il 14% del totale, contro il 9% nazionale. Si tratta delle cosiddette “seconde generazioni”, di cui più della metà (il 54,9% contro il 51,7% nazionale) sono nati in Italia. Nella sola scuola dell’infanzia, ben l’89% degli alunni stranieri sono nati nel nostro Paese.
“Da questi dati – spiega Eleonora Bigi, responsabile della sezione Immigrazione, protezione umanitaria, diritto d’asilo e pace della Regione – emerge come l’immigrazione umbra sia in cerca di stabilizzazione, cioè lo straniero che si trova nella nostra regione vuole restarvi in maniera stabile, insieme alla propria famiglia. Se, infatti, i permessi di soggiorno a scadenza sono diminuiti per la mancanza di lavoro, sono invece aumentati di quasi 3.300 unità quelli a lunga scadenza.
A ciò si aggiunge la dinamica positiva delle nascite, l’incremento degli inserimenti scolastici e il numero dei ricongiungimenti familiari, ben 13.300 nello scorso anno”.
Chi ha curato il Dossier statistico
Il Dossier statistico immigrazione è il rapporto annuale curato dal Centro studi e ricerche Idos per conto dell’Unar – Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il rapporto mette a disposizione i dati più aggiornati sui flussi, sui soggiornanti, sull’inserimento nel mondo del lavoro e nella società, in una panoramica europea, nazionale e regionale. Quest’anno il tema è “Dalle discriminazioni ai diritti”.