Quando, il 25 gennaio 1959 Giovanni XXIII nella basilica di San Paolo Fuori le Mura, al termine della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani annunciò l’intenzione di realizzare tre progetti, un Sinodo diocesano per la diocesi di Roma, un Concilio ecumenico per la Chiesa universale e l’aggiornamento del Codice di diritto canonico, la notizia destò stupore ed entusiasmo. L’ultimo Concilio, il Vaticano I, si era concluso in fretta e furia nel 1870, poco prima che Roma fosse occupata dall’esercito italiano. Iniziò subito la fase organizzativa e preparatoria che durerà fino al giorno dell’apertura, l’11 ottobre 1962.
Questa fase ha visto all’opera le commissioni, formate da vescovi e teologi per la stesura di documenti da sottoporre all’approvazione dei padri conciliari nelle sedute assembleari. La prima sessione (11 ottobre – 8 dicembre 1962) è stata caratterizzata dalla solenne cerimonia di apertura con la presenza di 2540 padri conciliari provenienti da tutto il mondo.
Quella sfilata in piazza San Pietro è stato uno spettacolo commovente e un chiaro segno dell’universalità della Chiesa. Durante questa sessione i padri conciliari si sono riuniti 39 volte per prendere atto del programma, dei testi preparati e confrontarsi. Ed è accaduta una cosa importante: i padri hanno scartato in gran parte i testi precedentemente preparati ed hanno dato indicazioni circa i criteri da seguire nella formulazione dei documenti entrando nel vivo di un confronto serrato sulle posizioni teologiche in gioco.
La Chiesa che è una è pure multiforme con le sue diversità geografiche culturali e sociali. C’è stato bisogno di un lungo periodo di riflessione e di studio per procedere ad una seconda sessione. Una novità fu la presenza di osservatori di Chiese e comunità cristiane non cattoliche che furono all’inizio 35 e alla fine 93, i quali espressero grande soddisfazione e gratitudine per l’invito rivolto. Il 3 giugno 1963 morì Giovanni XXIII e venne eletto suo successore Paolo VI, che subito decise la continuazione del concilio. Inizia il secondo periodo (sessione) dal 29 settembre al 4 dicembre 1963. Per la prima volta furono ammessi 11 laici come uditori, alcuni parroci e alcune donne. Un’altra novità fu l’istituzione di un ufficio stampa del Concilio.
Il nuovo Papa chiarisce fin dal principio il carattere pastorale dell’assemblea e l’importanza della discussione sull’essenza della Chiesa, in particolare del ministero dei vescovi.Il terzo periodo (o sessione) si svolge dal 14 settembre al 21 novembre 1964. Nelle numerose assemblee generali (47) si svilupparono vivaci discussioni su temi scottanti quali la libertà religiosa e il dialogo con le religioni. Il quarto periodo (14 settembre – 8 dicembre 1965), periodo conclusivo che ebbe 40 assemblee generali Paolo VI si dimostrò il pilota esperto che seppe portare a buon fine l’avventurosa esperienza compiuta sotto l’influsso dello Spirito santo dalla Chiesa cattolica in quegli anni.
Il Papa annunciò l’istituzione del Sinodo dei vescovi, un organismo di consultazione e di comunione ecclesiale permanente ed avocò a sé alcune questioni delicate, quali il celibato dei preti e la regolazione delle nascite.
I documenti approvati
Il Concilio approvò quattro Costituzioni: sulla Chiesa (Lumen gentium), sulla Liturgia (Sacrosanctum concilium), sulla Rivelazione (Dei Verbum), sulla Chiesa nel mondo moderno (Gaudium et spes); nove Decreti: ufficio pastorale dei vescovi, ecumenismo, Chiese orientali cattoliche, ministero e vita dei presbiteri, formazione sacerdotale, vita religiosa, missioni, apostolato dei laici, mezzi di comunicazione sociale; tre Dichiarazioni: libertà religiosa, religioni non cristiane, educazione cristiana.
Riassumere anche brevemente questi documenti sarebbe ben difficile. Tutto l’insegnamento della Chiesa in questi quarant’anni e lo stesso abbondantissimo magistero pontificio ha attinto a piene mani dai documenti conciliari che sono ancora la bussola che orienta la Chiesa nella difficile navigazione del tempo presente. In questi documenti risplende la parola del vangelo e viene attualizzata e confrontata con il mondo moderno.