Gli operai della ex Merloni sono in cassa integrazione da anni, quelli della Tk Ast di Terni sono preoccupati per il futuro delle storiche Acciaierie, così come migliaia di lavoratori di altre grandi aziende dell’Umbria. Ma chiudono anche i negozi e le piccole imprese artigiane del settore dell’edilizia in crisi. La disoccupazione è a livelli record e la metà dei giovani non riescono neanche a trovare un impiego da precari. Eppure anche nella nostra regione sta nascendo una economia nuova, che non ha confini nazionali, sfrutta le potenzialità della rete e delle nuove tecnologie multimediali e si preoccupa della sostenibilità ambientale. Con alcune idee innovative che viaggiano e raccolgono finanziamenti nel Web. Senza bussare alle porte delle banche. Per ora sono solo germogli che però potrebbero diventare la foresta di una nuova economia e di una nuova società grazie al coraggio ed alle ambizioni di ricercatori, professionisti e neoimprenditori, molti dei quali sono giovani abituati a spostarsi tra l’Umbria ed il mondo. Ad alcuni di loro per una sera, giovedì della scorsa settimana, il quotidiano La Repubblica, con RNext Perugia ha offerto il palcoscenico del super gremito Teatro Pavone per parlare delle loro esperienze. E così si è appreso di un architetto perugino che per i villaggi del Mali costruisce lampade trasportabili con ruote di biciclette e ferri vecchi e di un suo collega umbro che invece progetta case super ecologiche di legno e paglia da montare da soli, stile Ikea. C’è stato anche spazio per gli studi e le ricerche del prof Brunangelo Falini e della sua giovane équipe dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia per combattere il cancro, per un giornalista tecnologico che si è inventato una start up nella Silicon Walley e per un giovanissimo artista di strada perugino che oggi espone in importanti gallerie londinesi. E per altre avventure nel mondo di giovani e meno giovani coraggiosi, i quali hanno pensato che non serviva aspettare che la crisi economica finisse e così si sono rimboccati le maniche inventando e creando posti di lavoro.
Racconti preceduti dagli interventi di Bruno Bracalente, presidente della Fondazione che sostiene la candidatura di Perugia ed Assisi a capitale della cultura europea nel 2019, della presidente della Regione Catiuscia Marini, del sindaco di Perugia Andrea Romizi e del direttore della Repubblica Ezio Mauro. Bracalente ha ricordato che è proprio “seminare il cambiamento” lo slogan della candidatura di Perugia ed Assisi ed anche la Marini ha detto che bisogna puntare su innovazione, start-up e cultura. Romizi ha invitato i giovani ad avere fiducia nel futuro, sfidandolo con audacia e coraggio.
Ad aprire poi la sfilata dei protagonisti della RNext perugina è stato padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, il quale ha sottolineato che anche San Francesco per i suoi comportamenti, le sue idee ed il suo insegnamento è stato un grande “innovatore”. Anche portando il suo messaggio dalle chiese alle piazze. Oggi – ha proseguito – i frati del Sacro Convento stanno cercando di tradurre l’esperienza del Santo con la sfida innovativa “dalle piazze ai new media”. L’esempio più recente è la webcam sulla tomba di Francesco che in soli tre mesi ha registrato 18 milioni di “pellegrini virtuali”, il triplo dei 6 milioni di persone che invece ogni anno vengono ad inginocchiarsi davanti alle spoglie del Poverello.
Hanno invece mandato videomessaggi l’imprenditore del cashmere Brunello Cucinelli, che con le sue aziende e negozi da lavoro a 1300 persone (“bisogna accettare del mondo il cambiamento migliore”) ed il designer perugino Sandro Gonnella, definito “il sarto degli occhiali” che progetta e realizza per i singoli clienti. “Sono stato educato al bello – ha detto – per le strade di Perugia e dopo avere studiato a Milano mi sembrava naturale tornare a vivere e lavorare nella mia città”:
ALCUNE ESPERIENZE
“Coraggio, passione, innovazione e tenacia”: è il messaggio lanciato ai giovani dal prof. Brunangelo Falini, direttore della Struttura di Ematologia con trapianto di midollo osseo dell’ospedale S. Maria Misericordia di Perugia, un’eccellenza nel campo oncologico. Dopo esperienze professionali importanti negli Stati Uniti e ad Oxford è tornato in Italia perché – ha detto – ” credo che le persone coraggiose siano specialmente quelle che cercano di cambiare lo stato delle cose dal di dentro, senza mai arrendersi”. Autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche col suo team è stato artefice di scoperte fondamentali nel campo dei linfomi e delle leucemie acute. “Un team di giovani – ha sottolineato – che sicuramente terranno alto il prestigio della ricerca italiana nel mondo nonostante le difficoltà esistenti”.
“Toccare la matematica” è invece lo slogan di Emanuela Ughi. Ricercatrice all’Università di Perugia, da molti anni progetta e costruisce materiali e giochi per mostrare, concretamente, come la matematica possa essere compresa ed interessare bambini ed adulti. Una esposizione permanente dei suoi oggetti matematici si trova nel Polo museale universitario di Casalina, con il titolo “La Galleria di Matematica”.
L’innovazione è anche riscoperta di conoscenze e mestieri per l’architetto Pierfrancesco Duranti. Da poco più di un anno il suo studio, insieme ad un team di ingegneri umbri, sviluppa e realizza case in legno e paglia, economiche, antisismiche ed energicamente sostenibili. Che il cliente può costruire da solo, montando i moduli secondo le istruzioni di un manuale stile Ikea.
“Ai giovani dico di guardare all’Europa ed al mondo come la nostra casa e quindi di non sentirsi come esuli all’estero”: è il messaggio di Matteo Ferroni, perugino, che dopo avere girato il mondo da 4 anni è nel Mali, uno dei paesi più poveri dell’Africa. Dove anche la luce elettrica è un lusso ed un bene prezioso. Seguendo le sue indicazioni con pezzi di vecchie biciclette e lattine fabbri ed artigiani locali assemblano lampade portatili, che si caricano con l’energia solare. Nel Mali sono un bene della collettività ed oggi illuminano le notti in 3 centri sanitari e tanti villaggi rurali.
Dai manifesti con le immagini dei suoi quadri che attaccava clandestinamente sui muri di Perugia ai successi nella street art a Londra, dove anche una importante galleria ospiterà una sua personale. E la storia di Alo (questo il suo pseudonimo), giovanissimo artista perugino che ora vive in Inghilterra.
Si definiscono “artigiani della innovazione”. Sono un gruppo di giovani che hanno costituito a Terni la start up Green Tales grazie anche ai contributi di un bando della Regione. Mette insieme innovative tecnologie 3D e professionalità del design e della comunicazione trasformando le idee di artigiani e piccoli imprenditori in prodotti. “Sul nostro territorio – spiegano – ci sono idee, progetti. Noi aiutiamo a realizzarli, modificandoli se necessario, utilizzando le nuove e più evolute tecnologie”.
È dura la vita per gli archeologi, ma Sabrina Batino è riuscita a trovare un suo spazio professionale applicando le tecnologie digitali nel campo della divulgazione e della didattica. Con il Cnr di Pisa ha realizzato un video ed una pagina Web che è una sorta di galleria virtuale. “Con la tecnologia digitale 3D – ha spiegato – anche i musei si possono aprire ad un pubblico più ampio di non addetti ai lavori”.
“Se avete un progetto non perdete tempo. E non scoraggiatevi per i tanti ‘no’ che vi diranno. Infatti basta un ‘sì per farlo diventare realtà. Come successo a me”. È il racconto di Massimo Chieruzzi, giornalista tecnologico che dopo varie esperienze in Italia ed all’Estero nel 2012 nella Silicon Valley ha fondato AdEspresso, startup che offre una soluzione per testare il gradimento e l’efficacia della pubblicità sulla rete. Dopo i tanti “no” alla sua idea è arrivato un “si” grazie al quale ha raccolto per il suo progetto un finanziamento di un milione di dollari da investitori di 70 paesi. Gestito con un team di nove persone in Italia e negli Stati Uniti.
DAI “BARCONI DELLA MORTE” AL SUCCESSO CON LO YOGURT BIOLOGICO
La serata al Pavone si è conclusa con una gara per la miglior start up realizzata in Italia da immigrati stranieri. Una giuria di esperti ed il pubblico hanno designato vincitore Suleman Diara. Oggi ha 28 anni ed era arrivato in Italia dal Mali con uno dei tanti “barconi della morte”. “In Africa – ha raccontato – pensiamo che arrivando in Europa per noi poi tutto diventa facile. Ed invece….”. E così si è trovato prima in Sicilia e poi in Calabria, a Rosarno, a raccogliere arance e pomodori. Dodici ore di lavoro al giorno per 20 euro. Dormendo in baracche senza luce, acqua e servizi igienici. Poi, dopo avere ottenuto il permesso di soggiorno in Italia, è arrivato nei dintorni di Roma, dove, con altri immigrati, ha cominciato a produrre yogurt biologico. Che è stato apprezzato nei mercatini della capitale e da gruppi di acquisto. Non era mai andato a scuola ed ha imparato a leggere e scrivere in Italia. Oggi è a capo della cooperativa da lui fondata che ha 6 dipendenti e che si occupa anche dei problemi della assistenza agli immigrati e della integrazione.