Perugia. Dedicazione della chiesa di Santa Maria di Colle

PERUGIA. Inaugurazione della restaurata chiesa di Santa Maria di Colle
Un particolare delle vetrate progettate da don Nello Palloni
Un particolare delle vetrate progettate da don Nello Palloni

La parrocchia di Santa Maria di Colle, a Perugia, ha una grande e bella chiesa a forma di tenda che si incontra scendendo in via dei Filosofi a metà di via Leonardo da Vinci; ma non tutti sanno che la primitiva chiesa di Santa Maria di Colle si trovava in corso Cavour (ai numeri civici 182-184) dove attualmente si trova l’Auditorium Marianum. Successivamente, “per esigenze della cura d’anime in nuove zone urbane alla periferia le quali sono prive di chiese e di assistenza religiosa” l’arcivescovo mons. Parente, nel 1957, ne stabilì il trasferimento nella zona di via dei Filosofi. Questa zona urbana – racchiusa tra via dei Filosofi e via della Pallotta – un tempo periferia della città, ha avuto una notevole espansione, arrivando a oltre 5.000 abitanti alla fine degli anni Sessanta. Attualmente la parrocchia, che comprende anche San Ferdinando, conta circa 3.400 abitanti. Vi sono molti anziani, ma anche nuove famiglie con bimbi piccoli che con la loro presenza animano le celebrazioni comunitarie.

I lavori di costruzione della nuova chiesa – come ricorda Giuseppe Cerbini che ha scritto la storia della parrocchia – durarono dal 1959 al 1964 e furono eseguiti dalle maestranze della ditta Lana, su progetto dell’architetto Vincenzo Tutarini e con la direzione dei lavori dell’ing. Sisto Mastrodicasa cui si devono anche i calcoli per il cemento armato con l’attenta supervisione e l’intensa partecipazione dell’allora parroco don Igeo Castellini. La nuova chiesa fu poi benedetta nel pomeriggio del 24 ottobre 1964 dal vescovo mons. Raffaele Baratta.

Essa poggia su 54 pali di fondazione ed è ispirata all’angolo o meglio al triangolo: angolata la porta d’ingresso, triangolari le vetrate, e anche i pilastri che formano le pareti e sorreggono la volta sono obliqui verso l’interno con architravi angolati; hanno figure geometriche ad angolo anche i vari settori in cui è suddivisa la volta.

La convergenza delle pareti laterali, accompagnata dal digradare della copertura, fa sì che chi entra in chiesa indirizzi lo sguardo in avanti e si diriga subito verso l’altare su cui si staglia il bronzeo Crocifisso del Giovagnoni che domina la parete absidale, il tabernacolo e la formella della Madre di Misericordia, rifugio dei peccatori, la cui immagine si venera la seconda domenica di luglio.

Vivo ed intenso il riferimento alla dimensione mistica nelle parole dell’architetto Tutarini: “Lo studio, somma di vive figure triangolari convergenti in fughe scattanti, ci sembrano scaturire in virtù di quelle incontenibili energie che stanno in noi nell’atto dell’orazione. Le strutture statiche paiono obbedire e aderire alla spinta naturale del credente che converge il suo sguardo verso il Punto di vista trionfante di una essenza primordiale, dove quell’Uno incommensurabile raccoglie il grido dell’anima che tende e protende verso la conoscenza, la sapienza prima, verso il Sole della Vita”.

Questa poetica delle forme e del colore che converge verso il Sole della vita mette ancora più in evidenza come la forma triangolare della struttura della chiesa sia ispirata alla Trinità.

Negli anni successivi, a partire dal 2000 si è completato il progetto originario dell’architetto Tutarini che prevedeva delle vetrate istoriate: sono state magistralmente progettate da don Nello Palloni e realizzate dalla ditta Eredi di Michele Mellini di Firenze con una narrazione viva e speculare della storia della salvezza attraverso episodi dell’Antico Testamento – sulla sinistra – a cui corrispondono proprio di fronte, sul lato destro, gli eventi del Nuovo Testamento.

Negli anni successivi si è proceduto ad altri lavori sia per il rifacimento del tetto e il riscaldamento a pavimento sia di sistemazione del nuovo presbiterio, del nuovo portone (acciaio e vetro) e del nuovo trattamento cromatico delle pareti e del soffitto, la cui conclusione è avvenuta da un paio d’anni, anche se ci sono ancora alcune piccole parti da completare. Queste innovazioni sono frutto della creatività dell’artista Raoul Gabriel, il quale, guidato dal liturgista padre Vittorio Viola, ha fortemente voluto che l’aula fosse colma di luce e che gli arredi sacri potessero significare la forza dirompente della Parola di Dio.

Per questo, adesso appare davvero importante procedere alla dedicazione della chiesa ungendola con il sacro crisma.

 

La dedicazione

Domenica 7 settembre durante la celebrazione eucaristica delle ore 11 si svolgerà il rito della dedicazione della chiesa di Santa Maria di Colle. La comunità parrocchiale, insieme a quelle di San Ferdinando e San Costanzo, accompagnate dai loro sacerdoti don Pietro Ortica e don Agostino Graziani, invitano tutti a partecipare a questo importante momento. Sarà l’arcivescovo, card. Gualtiero Bassetti, a presiedere la celebrazione della dedicazione. Come è avvenuto cinquanta anni fa, condividerà con tutti i parrocchiani la bellezza del sentirsi parte di una comunità viva e attiva al servizio dei fratelli in un territorio che oggi non è più ai confini della città ma parte del suo tessuto vitale.

AUTORE: Anna Maria Federico