All’inizio del mese di Ramadan, mese sacro per i musulmani che prevede il digiuno dal tramonto all’alba (vedi articolo a pag. 8 di questo giornale), imprenditori e direttori di attività commercialie produttive si sono preoccupati per la sicurezza e l’incolumità dei loro dipendenti. Infatti, se uno non mangia e non beve per tutta la giornata, piuttosto lunga d’estate, può soffrire di disturbi anche gravi. Perciò l’Inail si è preoccupata che nelle fabbriche e nei cantieri la debolezza provocata dal digiuno non provochi incidenti.
È da rilevare che i lavoratori di religiome musulmana sono ormai varie centinaia di migliaia in tutta Italia, per questo si sono interessati al problema sindacati e imprenditori. Allo scopo, in Umbria, l’Inail ha elaborato un progetto sperimentale in collaborazione con alcune Aziende sanitarie locali, volto a sensibilizzare lavoratori e imprenditori. Il progetto ha comportato la distribuzione, durante il Ramadan, di un documento con alcune indicazioni utili, tra le quali vi erano queste indicazioni:
– segnalare al medico competente questi lavoratori al fine di prevenire effetti avversi nei soggetti maggiormente sensibili al digiuno (malattie metaboliche, cardiopatie, epatopatie, turbe endocrine, anziani, particolari trattamenti terapeutici);
– predisporre di un piano di lavoro per garantire una distribuzione dei carichi di lavoro che tenga contro del digiuno dei propri dipendenti o colleghi;
– favorire momenti di recupero durante la giornata lavorativa;
– predisporre un piano di monitoraggio per la sicurezza durante il periodo di Ramadan con i lavoratori coinvolti;
– predisporre delle misure di supporto in caso di malore per questi lavoratori in modo specifico (acqua, ghiaccio, zucchero, sali minerali);
– garantire momenti di informazione sul rapporto tra lavoro e digiuno avvalendosi nel caso di mediatori culturali;
– assicurare durante il periodo un coordinamento con il medico competente e i necessari raccordi con l’emergenza pubblica;
– segnalare e registrare situazioni di malore in questa categoria di lavoratori, comunicandole al medico competente.