“Nella vostra terra sento il fascino della Chiesa indivisa”

Il metropolita Kirill ha ricevuto la laurea Honoris causa dall'Università di Perugia

Un uomo che ha sempre operato per l’incontro fra Chiese e religioniCon una solenne cerimonia, l’Università di Perugia ha conferito la Laurea honoris causa in scienze politiche al Metropolita di Smolenk e Kaliningrad, Sua Eminenza Kirill, “figura di spicco – si legge nella motivazione della laurea – della società e della cultura russa” che ha “sempre guardato e lavorato per l’incontro fra le chiese cristiane, per la pace, per il rispetto fra i popoli”. La commissione di laurea, presieduta dal rettore Francesco Bistoni e dal preside di Scienze politiche Giorgio Eduardo Montanari e composta da dieci docenti della facoltà, ha conferito il titolo accademico all’alto prelato della Chiesa ortodossa russa, secondo un cerimoniale in lingua latina, risalente al XVI secolo. Alla cerimonia hanno assistito autorità civili tra cui il sindaco di Terni Paolo Raffaelli e gli assessori regionali Gianfranco Maddoli e Gaia Grossi (assenza notata quella della rappresentanza del Comune di Perugia). La Chiesa ortodossa russa chiede l’affermazione di “un ordine mondiale dai molti poli e dai molti orientamenti” ha detto il metropolita Kirill nella sua tesi esposta al Collegio dei dottori dell’Università di Perugia e dice no “all’imposizione a qualsiasi nazione di un modello di civiltà unico ed universale”. Un intervento che ha chiarito la posizione del Patriarcato di Mosca sul futuro dell’Europa – in vista anche di un suo allargamento a “paesi che appartengono alla tradizione ortodossa”. “E’ indispensabile comprendere – ha detto Kirill – che l’Oriente dell’Europa non vuole seguire ciecamente regole elaborate un giorno da qualcuno, senza la sua partecipazione e senza tenere conto delle peculiarità della concezione del mondo dei suoi abitanti”. Il metropolita ha poi avvertito: “i recenti terribili avvenimenti hanno mostrato quanto possa essere pericoloso lo scontro di due progetti globali senza alternative”. Il “soffocamento” dell’altro – ha aggiunto Kirill – “non è via d’uscita, ma una strada verso il suicidio”. M.R.V. La presenza del metropolita Kirill a Terni, per un convegno sulla santità, e Perugia, per il conferimento della Laurea Honoris causa, è stato un avvenimento che ha avuto il respiro dell’Europa e la prospettiva della complessità dei problemi che l’attuale periodo storico si trova ad affrontare. Prima di recarsi all’Università Kirill è stato accolto nel palazzo arcivescovile da mons.Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia e presidente della Commissione Cei per l’Ecumenismo e il dialogo, e dai vescovi Sergio Goretti, di Assisi, Pietro Bottaccioli, di Gubbio, Arduino Bertoldo di Foligno e da una folta rappresentanza del clero e di laici. Kirill ha mostrato di avere a cuore l’unità della Chiesa, e alle sollecitazioni di mons. Chiaretti, che gli ha fatto dono di un medaglione d’argento che incornicia una bella immagine della Madonna delle Grazie, ha detto a chiare lettere che quando visita le nostre terre evangelizzate nei primi secoli della storia cristiana sente il fascino della Chiesa unita: “La storia di questa terra bagnata dal sangue dei primi martiri cristiani e la vista dei suoi luoghi mi riempiono di gioia perché è l’immagine, come in un sogno, della Chiesa indivisa”. Esprimendosi per immagini ha detto che una cosa divisa, infranta come un vaso prezioso, perde valore, e si cerca di recuperarla rimettendo a posto i frammenti, ognuno al suo posto preciso, non a caso, e con colla molto forte ed efficace si cerca di ricomporre il tutto e se possibile di eliminare i segni della rottura. Un’ immagine per dire che la riunificazione delle Chiese che sono divise richiede molta attenzione e prudenza, nel rispetto delle diversità ed un invito a trovare momenti di contatto: se i frammenti rimangono uno in cucina e uno in sala da pranzo, come si potrà rimetterli insieme?” ha detto con linguaggio colorito, parlando a braccio, indicando nell’incontro in corso nella bella sala dell’Arcivescovado un momento della “ricomposizione dei pezzi”. Si è notato nel fondo del suo discorso, soprattutto in quello fatto nell’aula magna dell’Università, la preoccupazione di difendere la peculiarità della Chiesa e della cultura ortodossa, che “ha rappresentato quel sistema di coordinate, con il quale si è misurata la vita di molti popoli”. Mons. Paglia, vescovo di Terni, che è stato l’ispiratore della manifestazione, ha ricordato che la Chiesa ortodossa russa è stata una Chiesa martire sotto la tirannia comunista e che lo stesso Kirill ha sofferto nella sua famiglia la persecuzione, avendo avuto sia il nonno (30 anni) che il padre (10 anni) in carcere per ragioni politiche. Il metropolita ha ricordato che i cristiani sono chiamati a andare contro corrente nei confronti di una società che va verso l’abolizione di ogni limite per quella via larga e spaziosa che non porta alla salvezza. In quest’opera di costruzione di un’Europa unita e prospera e di un mondo pacifico Kirill chiama a raccolta le diverse espressioni religiose, dall’ebraismo all’islamismo, al buddismo, oltre al cristianesimo per costituire un meccanismo multiforme di dialogo tra le civiltà.

AUTORE: Elio Bromuri