11 settembre: preghiera, politica e cultura per “non dimenticare”

In Umbria: nelle cattedrali, con i vigili del fuoco, il ricordo unanime delle istituzioni

Mercoledì 11, primo anniversario della tragedia che ha colpito al cuore l’America e che tutti abbiamo ancora davanti ai nostri occhi, anche l’Umbria ha ricordato le vittime dell’attentato alle Torri Gemelle di New York. In modi diversi e con accenti diversi, da Forza Italia alla Margherita, che hanno scelto l’una Assisi, l’altra Orvieto per iniziative a carattere nazionale; dalla presidente della regione Maria Rita Lorenzetti ai Vescovi Giuseppe Chiaretti a Perugia e Vincenzo Paglia a Terni. E infine il cuore degli umbri, che si sono uniti al dolore delle famiglie colpite e di tutti gli americani segnati da quella terrificante giornata. L’Umbria delle Istituzioni e delle Forze del’ordine si è ritrovata a commemorare l’11 settembre con i pompieri di Perugia e di Terni che hanno chiesto di celebrare una messa per commemorare i loro colleghi americani. Alla celebrazione a Perugia erano presenti, tra gli altri, la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, il prefetto di Perugia, Gianlorenzo Fiore, e rappresentanti di carabinieri, polizia, guardia di finanza e Croce rossa. Vigili del fuoco in divisa si sono schierati a fianco dell’altare, con una bandiera italiana listata a lutto. L’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, ricordando tutte le vittime innocenti di quel giorno, ha sottolineato come non può esserci pace dove vengano meno i diritti universalmente riconosciuti della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità, e ha ribadito, ricordando il salmo, che Dio “ama il diritto e la giustizia”, elementi indispensabile per ogni forma di umana convivenza e per evitare che tragedie simili si ripetano in futuro. Al termine della celebrazione un rappresentante dei vigili del fuoco ha recitato la preghiera del loro Corpo che, invocando l’intercessione di santa Barbara, loro patrona, chiede a Dio forza, aiuto e protezione per far fronte alle diverse situazioni in cui essi si vengono a trovare. Nella cattedrale di Terni, presenti le autorità locali, la messa è stata celebrata dal vicario generale mons. Antonio Maniero che ha ricordato come la Chiesa ha reagito all’evento: invitando alla preghiera e al digiuno per la pace, fino alla giornata del 24 gennaio scorso ad Assisi e ai ripetuti appelli del Papa. Ha rivolto un saluto ai presenti il vescovo mons.Vincenzo Paglia, appena tornato dal Libano dove si è svolto il congresso biblico mondiale, di cui è stato recentemente nominato presidente. “Molti mi hanno sconsigliato di farlo, ma sono tornato in aereo oggi, 11 settembre, perché volevo essere qui con voi per questa preghiera” ha detto mons. Paglia. Anche dalla basilica di San Francesco ad Assisi, si è levata la preghiera in suffragio delle vittime di un anno fa. “Siamo qui per ricordare quel tragico evento – padre Vincenzo Coli, custode del Sacro convento – e per sottolineare che bisogna aprirsi all’altro, non rinchiudersi in se stessi”. “occorre anche mettere da parte l’idolo dell’invincibilità per far tornare la gioia e la speranza”. Ad Orvieto, alla festa nazionale della Margherita applausi e commozione in sala, prima di celebrare un minuto di silenzio per tutte le vittime delle torri di New York, con la poesia di Mario Luzi che Carla Fracci, con a fianco il poeta, ha letto sul palco.”Dimettete la vostra alterigia sorelle di opulenza, gemelle di dominanza, cessate di torreggiare nel lutto e nel compianto dopo il crollo e la voragine, dopo lo scempio”. “Vi ha una fede sanguinosa – continua così la lirica di Luzi – in un attimo ridotte a niente. Sia umile e dolente, non sia furibondo lo strazio dell’ecatombe. Si sono mescolati in quella frenesia di morte dell’estremo affronto i sangui, l’arabo, l’ebreo, il cristiano, l’indio. E ora vi richiamerà qualcuno ai vostri fasti. Risorgete, risorgete, non più torri, ma steli, gigli di preghiera. Avvenga per desiderio di pace. Di pace vera”. “Per non dimenticare” è stato lo slogan del ‘sit-in’ organizzato nel centro storico di Perugia da An e da Azione Giovani per ricordare i tragici eventi di New York dell’anno scorso. All’iniziativa hanno partecipato anche il presidente di An, Andrea Lignani, e il consigliere regionale Pietro Laffranco, della direzione nazionale del partito. Assisi potrebbe essere la città della memoria dell’11 settembre. La proposta è stata presentata, con la convinta adesione del sindaco Bartolini, nel corso del convegno nazionale promosso da Forza Italia ad Assisi, lunedì scorso sul tema “11 settembre un anno dopo. Globalizzare la libertà sconfiggere il terrorismo”. Il convegno è stato voluto “per ricordare”, perché l’impressione ha detto l’ex ministro dell’Interno Claudio Scaiola presente, a sorpresa, è che si dimentichi cosa è accaduto un anno fa e si allenti l’impegno di lotta al terrorismo. L’on. Sandro Bondi, responsabile nazionale Dipartimenti di F.I, organizzatore del convegno ha ribadito la solidarietà agli Stati Uniti ricordando che il terrorismo “non può accampare giustificazioni” ma, ha aggiunto, non capire che “trae alimento dalle sacche di povertà e disperazione significa chiudere gli occhi”. Significativi gli interventi dei relatori, tra cui Lorenzo Ornaghi, Rettore dell’Università Cattolica, che ha affrontato la questione del rapporto tra economia e politica e sulla “governance” della globalizzazione. “Anche in settori liberali la globalizzazione è vista come fattore di costrizione e non come scelta di libertà” – ha detto Ornaghi, indicando uno dei punti oggetto di dibattito e sui quali si differenzia la politica Usa e Dell’Europa. Questo ‘dopo 11 settembre’ ha concluso Ornaghi è segnato dalla necessità di “governance politica” della globalizzazione, ovvero dalla necessità di un ordine internazionale stabile che richiede Istituzioni stabili. Parole dietro cui “occorre ricordare che ci sono persone, le classi politiche dirigenti nazionali” alle quali occorre un “supplemento di cultura” per poter indicare i nuovi obiettivi della politica. Sul cosa fare, dunque, si è sviluppato il dibattito: da Piero Gheddo, che ha riproposto la cultura come motore dello sviluppo, a Adornato che ha chiesto all’Europa un più chiaro impegno nella lotta al terrorismo indicando nella “questione Irak” un punto su cui decidere se l’Europa vuole che l’Onu debba poter fare o no le ispezioni per il controllo delle armi di distruzione di massa.

AUTORE: Maria Rita Valli